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Romagnano inaugura gli affreschi scoperti nella cappella dell’Addolorata. Le foto

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Romagnano inaugura

Romagnano inaugura gli affreschi sconosciuti scoperti nella cappella dell’Addolorata grazie ai restauri: individuato anche il probabile autore.

Romagnano inaugura gli affreschi

È stato individuato l’artista che potrebbe avere realizzato gli affreschi ritrovati nella cappella della Madonna Addolorata, all’interno dell’Abbazia di San Silvano di Romagnano, durante i lavori di restauro. Gli affreschi, emersi sorprendentemente durante le operazioni, potrebbero essere di Giovanni Battista Cantalupi, un artista del Settecento originario del Cusio ma sposato con la romagnanese Giuseppa Teresa Ragni. L’ipotesi è stata annunciata durante l’inaugurazione, che si è tenuta nel tardo pomeriggio di venerdì.

La cerimonia

Erano presenti l’abate parroco don Gianni Remogna, il restauratore Maurizio Guidotti Sottini e l’architetto Paolo Mira, direttore dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Novara. Hanno preso parte all’inaugurazione anche il viceparroco don Antonio Oldani, una rappresentanza della Confraternita del Corpus Domini, per la quale è intervenuto il Priore Pietro Antonio Renolfi, e una delle Consorelle dell’Addolorata, per le quali è intervenuta Carla Zanetta; c’era inoltre il Governatore del Venerdì Santo Michele Pettinaroli. «I restauri murali della cappella della Madonna Addolorata sono stati suggeriti dalle Consorelle dell’Addolorata – ha sottolineato don Remogna – e sono stati possibili grazie al contributo delle Confraternite del Corpus Domini e alle Consorelle dell’Addolorata, oltre alle offerte dei fedeli».

L’artista

All’analisi degli affreschi ha rivelato una sorprendente iconografia, risalente probabilmente al Diciottesimo secolo e attribuibile forse all’artista Giovanni Battista Cantalupi, molto apprezzato nella zona del Cusio; era sposato con la romagnanese Giuseppa Teresa Ragni la cui famiglia aveva patronato a Romagnano e diritto di sepoltura privata proprio nella cappella. L’affresco rivela Sant’Antonio Abate e San Silvano. «Sant’Antonio abate – ha spiegato l’architetto Paolo Mira – è riconoscibile dal saio scuro, dalla lunga barba ed ha in mano “il fuoco”, invocato come protettore dell’herpes zoster, il “fuoco di Sant’Antonio”; manca però il tradizionale porcellino ai suoi piedi. La parte opposta della nicchia su analogo basamento prospettico, ha rivelato San Silvano martire, le cui reliquie sono venerate a Romagnano».

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