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Romagnano Villa Caccia non è a norma: museo apre a metà

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Romagnano Villa Caccia non è a norma. La collezione riaprirà al pubblico alla fine di marzo a “ranghi ridotti”

Romagnano Villa Caccia dovrà essere messa a norma

Villa Caccia a Romagnano dovrà essere messa a norma. L’edificio che ospita il museo storico etnografico non è norma. La collezione riaprirà al pubblico a fine mese ma a “ranghi ridotti”. Per tutta la prossima stagione saranno dunque visitabili solo il piano terra e quello rialzato. Resteranno chiusi l’ammezzato e il primo piano, dove è conservata la collezione di antichi giocattoli. La decisione è stata presa dal consiglio direttivo dell’ente museale in seguito alla necessità di mettere a norma i locali, in particolare per l’antincendio.

Il sopralluogo dei vigili del fuoco

La messa a norma fa seguito a un sopralluogo dei vigili del fuoco di Novara. Nel corso del test sono state riscontrate difformità in materia di sicurezza. Il controllo è stato conseguente all’esposto in Procura presentato dal consigliere Silvio Landolfa. «Risultavano delle certificazioni incomplete e in effetti il sopralluogo ha confermato le carenze. La cosa grave è che c’è un progetto di messa a norma risalente al 2009 disatteso».

Parte del museo resta aperta

L’attività museale proseguirà comunque nell’area messa a norma.  «Abbiamo già fatto lavori iniziali in una porzione di edificio pari a 400 metri quadrati – spiega il presidente del museo, Franco Tinelli. E’ quella relativa all’accesso principale. Svolgeremo comunque l’attività museale con la possibilità di mantenere un programma di incontri. E resteranno le attività didattiche per le scuole. Non potremo ospitare invece eventi organizzati dai privati».

Serve un impianto idraulico per gli incendi

La parte più considerevole dei lavori riguarda la realizzazione di un impianto idraulico atto a essere utilizzato in caso di incendi. «Il problema – prosegue Tinelli – è che il museo è realizzato all’interno di una villa storica e ogni intervento deve essere approvato dalla Soprintendenza. Lo studio tecnico che abbiamo incaricato per una perizia si è sbilanciato sui costi dell’intervento, calcolati tra i 50 e i 100mila euro. Stiamo lavorando con il Comune per far fronte a queste spese». Sul fatto poi che la struttura non fosse a norma il presidente ammette: «Negli anni passati le norme erano in qualche modo poco precisate».

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