Attualità
Romano Beggino lascia un’immensa eredità di cultura e passione. Il ricordo
Dalla presidente della rassegna biennale di poesia Valsesiana “Pinet Turlo” riceviamo e pubblichiamo un ricordo di Romano Beggino.
Romano Beggino lascia un’immensa eredità di cultura e passione
«Mi ha profondamente addolorata apprendere, la vigilia di Natale, della morte del maestro Romano Beggino. Altri meglio di me, e con più competenza, ne delineeranno il ricco e variegato percorso musicale, costellato di tappe importanti. Nella primavera del 1969 istituì il primo Festival di musica leggera ad Alagna, innumerevoli negli anni sono state le rassegne, i concorsi, le manifestazioni cui diede vita, che sostenne ed accompagnò. La diffusione della musica corale, la creazione dei Cori Varade e Alpin dal Rosa, l’attività di insegnante presso le Medie musicali di Borgosesia, che sono la premessa che ha permesso a molti giovani valsesiani di passare a successivi studi musicali superiori: sono solo alcune delle tappe più significative di una carriera musicale costruita con tenacia, grazie anche alla grande capacità di comunicazione ed alla naturale empatia con le quali Romano univa le persone nel segno della musica.
Vorrei ricordare di lui un aspetto, forse meno conosciuto, ma non meno importante: per dieci anni, dal 2007 al 2017, fece parte della Giuria della Rassegna di poesia dialettale valsesiana Pinet Turlo, partecipò alle riunioni, portando la sua cultura e la sua sensibilità nel cogliere il ritmo e la musicalità che distinguono la poesia dalla prosa. Nel 2011, anno del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, fu ricordato il Risorgimento, offrendo il cuore poetico della Valsesia intrecciato con la musica e il canto, grazie all’apporto del Maestro Romano Beggino, del Maestro Ivan Cantarutti e della soprano Marinella Zampese. Fu un’edizione del “Pinet Turlo” davvero speciale, premiata da un vasto concorso di pubblico.
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Ebbi modi di collaborare con Romano Beggino in occasione di concerti organizzati per finalità benefiche: quelle presentazioni a due voci furono una preziosa fonte di arricchimento musicale, mi diedero modo di capire cosa stava dietro ai canti e soprattutto di cogliere l’attenzione e il rispetto con i quali Romano dirigeva i “suoi” cori.
Romano Beggino, come omaggio al grande Maestro Mino Bordignon, con il quale aveva lavorato con i Cantores Mundi e nella sezione lirico sinfonica della Rai di Milano, inserì nel repertorio del Coro Alpin dal Rosa, con l’aggiunta di un testo in dialetto, composto dal corista Marco Tosi: O cor amoris, scritto da Mino Bordignon per il S. Natale del 1944, in un campo di prigionia in Polonia, cantato in coro dagli alpini prigionieri di guerra, mai pubblicato. Quelle note l’avranno accolto nella Notte Santa, accompagnandolo ad inginocchiarsi di fronte al Bambino.
Ciao Romano ricorderemo la tua tempra ed il grande coraggio con i quali hai affrontato anni difficili, travagliati da problemi di salute, senza mai perdere neppure una nota».
Piera Mazzone
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