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Sacro Monte riapre la basilica: ci si confessa divisi dal plexiglass

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Sacro Monte di Varallo: la basilica riapre i battenti per i fedeli, ma con le precauzioni del caso.

Sacro Monte, la riapertura

Con l’inizio della settimana sono stati riaperti al pubblico gli edifici di culto. Anche il Sacro Monte di Varallo ha avviato il suo processo verso il ritorno alla normalità, tornando ai metodi di celebrazione tradizionali, senza più la mediazione delle dirette Facebook. Il dubbio, ora, rimane sul numero, piuttosto imprevedibile, di persone che si recheranno al santuario nei giorni e nelle settimane a venire. «Non essendo una parrocchia, è difficile per noi prevedere l’affluenza di fedeli e pellegrini – commenta il rettore Padre Giuliano Temporelli -. Per questa prima fase, tuttavia, credo che il numero sarà ancora ridotto e che gli ottanta posti da noi designati per gli accessi nella Basilica dell’Assunta siano sufficienti per accogliere la gente. Per ancora qualche tempo, saranno soprattutto persone di Varallo e dintorni a frequentare le funzioni».

Le confessioni

Altra complicazione da gestire per i preti del Sacro Monte è quella legata alle confessioni: «In molti sono soliti venire qui, ma ora come ora non è possibile utilizzare il confessionale – continua Temporelli -. Per rispettare le distanze, abbiamo dunque disposto alcuni tavolini all’interno della chiesa e metteremo anche del plexiglass tra il confessore e il penitente». L’intenzione è quella di rispettare al massimo le direttive anti-contagio: «Le regole da rispettare sono uguali a quelle valide per tutti e cercheremo di applicarle nel migliore dei modi, attenendoci scrupolosamente alle indicazioni».

Gli orari

L’orario di apertura della basilica è stato ridotto: nei giorni feriali sarà dalle 10 alle 12.20 e dalle 14.15 alle 17.30. Resta invariato rispetto a quello pre-coronavirus, invece, l’orario dei giorni festivi.
Con il ritorno ai riti tradizionali, la serie di messe in diretta Facebook si è conclusa ieri sera con la celebrazione davanti all’altare di San Carlo Borromeo. «Le persone che ci seguivano online sono le stesse che ora vengono in chiesa fisicamente, per questo non abbiamo sentito la necessità di continuare», racconta Padre Temporelli.

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