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Serravalle classe di ferro 1930: ben 19 persone hanno compiuto 90 anni

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Serravalle classe di ferro

Serravalle classe 1930 si distingue: sono ben 19 i cittadini che nel corso del 2020 hanno compiuto 90 anni. Li ricorda la studiosa Piera Mazzone.

Serravalle classe 1930

Una generazione di “viaggiatori del tempo”, nati quando l’Italia era ancora una monarchia e il cinema italiano scopriva il sonoro: la studiosa Piera Mazzone racconta i novantenni serravallesi. «Nel 2020 a Serravalle hanno compiuto novant’anni ben diciannove persone: quindici signore e solo quattro signori. Le donne hanno una marcia in più, o gli uomini si arrendono prima?
Auguri a: Jolanda Aggio, Carla Antonini, Claudio Avondo, Angela Bandera, Alessandro Barbieri, Maria Bruscagin, Ninfa Buratti, Solidea Camatel, Sofia Fabbri, Paola Greco, Angiolina Marelli, Tarcisio Menegaldo, Giuseppina Negri, Annina Pinto, Carolina Siviero, Luigi Sozzi, Anna Tonon, Rosina Trapella, Alda Zoia».

La storia

«In quell’anno 1930 nacque anche l’astronauta Neil Armstrong, che nel 1969 sarà il primo uomo a posare piede sulla Luna, comandando la missione Apollo 11, e il 18 febbraio negli Stati Uniti venne scoperto il pianeta Plutone.
In Italia il 1930 inizia con un avvenimento mondano: il Principe Umberto di Savoia sposa Maria José del Belgio: in Valsesia molti ricordavano la visita del Principe di Piemonte, avvenuta il 27 settembre 1926 per inaugurare a Varallo il Monumento ai Caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Umberto sceso dal treno reale salì sulla Lambda guidata da Vincenzo Lancia e attraversò una cittadina imbandierata e festante.
Il 1 aprile a Berlino si proiettò per la prima volta L’angelo Azzurro che lanciò Marlene Dietrich e a Roma ci fu la prima nazionale di La canzone dell’amore, primo film sonoro italiano. Il 30 luglio in Uruguay si disputò la prima edizione della Coppa del Mondo di calcio».

I ricordi

«Complimenti a tutti i Serravallesi novantenni, ma permettetemi di soffermarmi su coloro che conosco e che frequento abitualmente.
Carla Antonini, vedova Bardi, nata a Ramello nell’aprile del 1930, in una famiglia numerosa, che purtroppo è andata assottigliandosi negli anni. Ancora oggi, capita di veder scendere Carla lungo via Dottor Secondino Mazzone, proveniente dalla vecchia casa, dove un tempo con il marito Giuseppino aveva una bellissima stalla di mucche da latte. Carla è la mamma di Dina, che fu mia Maestra del doposcuola alle Scuole Elementari, che allora erano ancora a Piane. Di lei conservo ancora una splendida edizione di Winny Pooh che mi donò per aver vinto una gara di grammatica.
Claudio Avondo il 26 settembre ha festeggiato i suoi primi novant’anni: ora si concede un meritato riposo, e si dedica con assiduità alla lettura di ponderosi saggi storici. La storia locale contemporanea lo appassiona molto, perché l’ha vissuta in prima persona.
Alessandro Barbieri, abita allo sbocco della via del Sole, è un pozzo di memorie, perché visse intensamente nel paese partecipando attivamente alla vita politica, sociale e culturale. Fu presidente dell’Accademia di Cultura Renato Colombo e instancabile organizzatore di mostre concerti, concorsi di poesia.
Giuseppina Negri, è nata a Carola, una frazione alta di Grignasco, sorella di Mariuccia, Ada, la pittrice della quale è appena terminata la mostra a “Spazio E” a Ghemme, e Franca, da bambina aveva vinto il concorso per la bambina più bella. Giuseppina era amica della mia mamma: entrambe parlavano volentieri di Grignasco, il loro paese natale, purtroppo ha perso presto il marito Vinicio, morto nel 1977, il giorno dopo il suo compleanno, ma ha saputo crescere i suoi figli Gianluca, oggi Monsignore e Paolo, mio coscritto, ritagliandosi spazi per i suoi interessi, legati alla campagna ed ai fiori».

Gli insegnamenti

«Questi novantenni sono persone che hanno attraversato buona parte del Novecento, vissuto gli anni della seconda guerra mondiale, il boom economico e oggi si ritrovano al tempo del Coronavirus, che a loro ricorda la terribile Spagnola di cui in casa si era tanto parlato, quindi affrontano anche questa pandemia con la consapevolezza che la vita non è un lungo fiume tranquillo. Da ognuno di loro ho imparato molte cose, magari non espresse con le parole, ma attraverso comportamenti coerenti ed esemplari».

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