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Si è spento a 13 anni per un raro tumore

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Si è spento a 13 anni per un raro tumore. Una vita breve, ma intensa quella di Mattia Ovelli, 13enne di Barbaiana, frazione di Lainate. Fatta di gioie e tanto dolore, ma anche di forza e molto amore.

Si è spento a 13 anni per un raro tumore

Come riporta Prima Milano Ovest, Mattia era un bambino come tanti fino a quel 5 maggio del 2016 quando, dopo una risonanza al Buzzi, è iniziato il suo calvario e quello dei suoi genitori.
Mattia aveva solo 8 anni quando gli è stato detto per la prima volta «hai una pallina dietro la nuca, va asportata».
Da quel momento si sono susseguiti mesi e anni in cui il bambino ha fatto dentro e fuori dagli ospedali: tre operazioni alla testa e molti cicli di chemio.
Capelli, ciglia e unghie l’hanno abbandonato come anche, verso la fine della sua vita, l’uso di gambe, braccia, vista e parola.
Ma in tutto questo Mattia è sempre stato con il sorriso stampato sulle labbra, sempre pronto a tornare tra i banchi di scuola a studiare e giocare con gli amici.
Mattia, giovane fuori, ma grande dentro, ha sempre cercato di non far vedere ai genitori la sua malattia per il loro bene: «Nonostante tutti i farmaci che gli davano, tra cui la morfina a lento rilascio per non farlo soffrire, lui era reattivo – continuano a raccontare i genitori – Mattia non ci ha mai detto che non vedeva più, lo abbiamo capito un giorno quando eravamo in camper e con i faretti alogeni accesi sopra di lui ci ha detto di accendere la luce che era buio».
Mattia ha aspettato di essere da solo con la sua mamma per morire.
«Mi ero assentata per andare a prendere dell’acqua e mia mamma mi ha chiamato per dire che Mattia non respirava più. Sono corsa in camera e ho urlato “Mattai” e lui ha fatto un altro respiro. L’ultimo. Ha aspettato che fossi li con lui prima di partire per il suo ultimo viaggio».

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Un rapporto genitori-figlio che in tanti sognano

«Ho una bella casa di proprietà, ho un lavoro, ho una moglie che mi ama e Mattia, ero veramente felice. Avevo tutto quello che un uomo può desiderare e ora senza Mattia qualcosa manca e non sarà più la vita di prima». Gli occhi di papà Marco cominciano a riempirsi di lacrime, ma il suo viso rimane sereno nel raccontare del figlio Mattia.
Marco e Daniela ricordano ogni istante passato con il figlio: dalle risate alla paura che Mattia aveva quando stava male, ma che non raccontava per salvaguardare i genitori, dalle gite in camper alle chemio…
Un amore incondizionato che, nonostante la morte di Mattia, continuerà per sempre.
Un rapporto tra genitore e figlio che in molti sognano.
«Mattia era si mio figlio, ma era anche e soprattutto il mio migliore amico», racconta papà Marco.
Il 13enne, nonostante la malattia che attanagliava il suo corpo, non ha mai smesso di sorridere.
Mattia per i suoi amici e parenti è ancora lì, insieme a loro. E lo è soprattutto per i suoi genitori: «E’ solo partito per un lungo viaggio e noi, come gli avevamo promesso, lo abbiamo accompagnato fino all’ultimo. Nel nostro inconscio Mattia è semplicemente partito per un posto lontano, l’Australia».

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