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Sindacati in piazza domani mattina a Borgo: ospedale da difendere

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Sindacati in piazza domani mattina a Borgo: ospedale da difendere. Domani mattina, sabato 23 aprile, a partire dalle 10 Cgil, Cisl e Uil saranno in piazza Mazzini a Borgosesia, per «denunciare le condizioni critiche del “Santi Pietro e Paolo” e rivendicare il diritto alla salute di tutta la cittadinanza».

Sindacati in piazza domani mattina a Borgo

Più che una protesta, puntualizzano gli organizzatori, si tratterà di «un momento di conoscenza e scambio con la popolazione per ascoltare, comprendere e trovare insieme un efficiente modello operativo per il nosocomio valsesiano».

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la nuova organizzazione del reparto di cardiologia. In pratica, dall’11 aprile la presenza di uno specialista è limitata al consueto orario di lavoro. Il che significa che dopo le 18 e nei giorni festivi, se c’è bisogno di un consulto occorre collegarsi in via telematica con l’ospedale di Vercelli e mettere in atto una sorta di visita teleguidata. Ovviamente per qualsiasi urgenza è garantito il trasporto in ambulanza a Vercelli, ma questo non basta a rassicurare molti cittadini e anche parecchi amministratori della zona.

Carenza di personale

Il problema è la carenza di specialisti: basti pensare che all’Asl si è passati da 22 cardiologi ad appena 9. Ci sono concorsi attraverso i quali si conta di reperire nuove risorse, ma intanto il problema c’è.
«Da sempre – spiegano i sindacati in una nota – Cgil, Cisl e Uil ritengono essenziale la difesa della salute pubblica tramite un sistema sanitario universale, diritto costituzionalmente garantito nell’interesse di tutti. Un impegno nella salvaguardia della salute pubblica che diventa ancora più essenziale in un contesto come quello attuale, dopo di due anni di pandemia, nonché elemento fondamentale per la ripresa economica del territorio e dell’intero Paese. Per queste ragioni, consci delle difficoltà a reperire professionisti sanitari specializzati, da tempo le organizzazioni sindacali chiedono alla Regione e alle direzioni delle Asl che si sono succedute in questi anni, una programmazione e investimenti di medio-lungo periodo, idonei a garantire i fabbisogni di personale per il mantenimento dei servizi esistenti nel nosocomio valsesiano».

Capacità di intervento

Si ricorda infatti come l’ospedale di Borgosesia abbia già più volte visto ridurre le proprie capacità d’intervento, «puntualmente criticate e contrastate dalle organizzazioni sindacali. I reparti sono stati lasciati nelle mani di medici non strutturati: così è successo per il punto nascita, pediatria, anestesia, pronto soccorso, radiologia. E ora la storia si ripete, riducendo e limitando il servizio di cardiologia: una scelta che avrà conseguenze sull’intera struttura ospedaliera, destinata a diventare un “maxi- ambulatorio” non in grado di gestire i pazienti acuti, dove il fattore tempo non può essere eluso senza contare che, con questi presupposti, è impensabile l’apertura di nuovi reparti, come quello più volte annunciato di rianimazione».

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I sindacati puntano il dito anche sulla situazione del pronto soccorso, «che rischia, da una parte di diventare un mero centro di smistamento di pazienti e ambulanze e, dall’altra, una struttura non più sicura per cittadini e operatori sanitari. Per questo invitiamo la cittadinanza che ha a cuore il funzionamento di un servizio sanitario essenziale, a presenziare attivamente al presidio di sabato per condividere una rivendicazione che appartiene a tutta la comunità locale, e non solo».

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