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Sindaco Gattinara: dall’emergenza virus alla rinascita dell’ospedale

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Sindaco Gattinara: «Il nuovo reparto è un’opportunità per il territorio».

Sindaco Gattinara racconta la rinascita del San Giovanni Battista

«Quando si deve affrontare un problema grave, come è stata la pandemia, occorre cogliere le opportunità nel mare di negatività». Ed è proprio quello che è accaduto a Gattinara, dove, grazie all’amministrazione comunale, all’Asl e a tanti soggetti, privati, aziende, associazioni, donazioni, singoli cittadini, l’ospedale San Giovanni Battista è tornato ad essere un punto di riferimento per il territorio.

Come è nata l’idea di un nuovo reparto?

Quando si ha davanti un problema grave – risponde Baglione – occorre cogliere le opportunità nel mare di negatività. Il primario gattinarese Gualtiero Canova, che lavora a Borgosesia, è stato il primo a capire che si poteva trarre un’opportunità. Così abbiamo iniziato a lavorare, coinvolgendo il territorio. Abbiamo pensato che si potesse ottenere un risultato pensando al futuro. Oggi i 30 posti letto previsti per il Covid serviranno per i post-acuzie.

Quindi una struttura per il territorio?

Sì certamente. I posti di continuità assistenziale gattinaresi danno una risposta ad un problema territoriale. Anche da punto di vista occupazionale è una risorsa: vi lavorano 13 tra medici, infermieri e Oss. Siamo riusciti a far ripartire una struttura che era stata inopinatamente chiusa 13 anni fa e garantirle un futuro. Certo a Gattinara non c’ è un pronto soccorso, ma c’è tutto quello che si può trovare in un ospedale più grande. Nel creare il nuovo reparto infatti abbiamo mantenuto tutto quello che c’era, dagli ambulatori medici e diagnostici all’hospice.

Quindi niente tagli. Come avete fatto dal punto di vista logistico?

Abbiamo ottimizzato gli spazi. Teniamo presente che l’ospedale di Gattinara era stato costruito per 200 posti letto. Grazie ai volontari della Protezione civile abbiamo spostato gli ambulatori, una quindicina tra dialisi, radiologia, laboratorio analisi e specialisti. Ora si trovano a fianco dell’area dei medici di base.

Quanto è costata l’operazione?

Duecentomila euro, arrivati grazie a tantissime donazioni. Il tutto è stato possibile con il prezioso supporto della Fondazione Valsesia che ci ha assistiti anche burocraticamente. Poi sono arrivati ingenti contributi dalla Fondazione Cassa di risparmio Vercelli e da Lavazza, il cui apporto, di 70mila euro, è stato fondamentale. Come Comune abbiamo contribuito con fondi propri e poi sono arrivati tantissimi aiuti, anche solo di pochi euro, da cittadini di Gattinara e non solo. C’è stato un coinvolgimento incredibile da parte di tutti.

Le eccellenze del San Giovanni Battista sono anche l’hospice e le visite del centro Tempia. Funzionano sempre?

L’hospice, grazie al Fondo Tempia, è uno dei pochi centri del territorio dedicato alle cure dei malati terminali, mentre il centro di prevenzione, anche prima del virus, fa un po’ meno visite: erano calate le richieste già prima della pandemia, nonostante siano gratuite.

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