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Solo dieci Comuni salvano il giudice di pace a Varallo

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Solo dieci Comuni sosterranno le spese per mantenere in attività l’ufficio del giudice di pace di Varallo

Solo dieci comuni per il giudice di pace

Il giudice di pace continuerà la sua attività a Varallo: lo si deve a dieci Comuni del territorio. I restanti, una ventina, hanno deciso di non contribuire alle spese per mantenere aperto l’ufficio del giudice di pace nella sede di Villa Barbara, messa a disposizione qualche anno fa dal Comune di Varallo che si era fatto anche carico dei costi del servizio pur di mantenerlo attivo ed efficiente. Da allora gli appelli da parte del sindaco Eraldo Botta ai colleghi del territorio, affinché le amministrazioni contribuissero a sostenere i costi di un servizio ritenuto di pubblica utilità, sono stati parecchi ma quasi sempre sono caduti nel vuoto.

La riduzione di personale

Finché all’inizio dell’anno la situazione si è ulteriormente complicata per via della riduzione dell’organico nell’ufficio varallese (dalle già risicate due persone si è passati a una sola per il pensionamento dell’operatore Ferruccio Baravelli). Quindi il Comune di Varallo ha prima tentato una integrazione ricercando una mobilità di personale tra i comuni consorziati, poi, visto il fallimento di questa prima ipotesi, attraverso un concorso aperto a tutti i comuni del territorio a condizione, ovviamente, che questi si rendessero disponibili a cooperare nelle spese. Ma anche questo secondo tentativo è naufragato. Finché il terzo bando, scaduto il 28 settembre, ha dato i risultati attesi: sono infatti pervenute due domande da parte di dipendenti comunali, ed Ermenelinda Francone, già assunta dal Comune di Varallo e impiegata all’Unione Montana Valsesia nell’ambito dei servizi socio assistenziali, è diventata il nuovo “operatore giudiziario” all’ufficio del giudice di pace. «Entrerà in servizio a breve – conferma Botta -, attendiamo solo l’ok dal Ministero di giustizia, come prevede la prassi».

I dieci comuni

Oggi Varallo, per garantire il futuro del servizio, può contare sull’appoggio di altri nove comuni quasi tutti dislocati in alta Valsesia. Sono: Alto Sermenza, Boccioleto, Campertogno, Carcoforo, Cervatto, Civiasco e Vocca, ai quali si aggiungono in media e bassa valle solo Borgosesia e Serravalle. «Purtroppo solo un terzo dei centri valsesiani ha deciso di partecipare alle spese per l’unico servizio giudiziario presente in zona – commenta Botta -. Ognuno dei dieci comuni aderenti darà il suo contributo sulla base del numero di abitanti, ma Varallo si farà anche carico delle quote di chi ha scelto di non aderire, come del resto ha finora fatto». E il sindaco sottolinea: «Purtroppo non si capisce ancora che occorre essere uniti per mantenere in vita dei servizi che, pur piccoli che siano, sono comunque importanti. Bisogna superare i campanilismi e le idee politiche e muoversi come territorio. Solo così potremo garantire alla Valsesia un futuro, altrimenti la valle si impoverirà sempre più. Oggi è la giustizia, domani sarà la sanità e così via. Non dobbiamo permetterlo».

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