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Somministrazione vaccini ai volontari: donatore Avis si autodenuncia

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Somministrazione vaccini ai volontari: una polemica che va avanti da alcuni giorni.

Somministrazione vaccini ai volontari: convocati per errore

Nei giorni scorsi un volontario dell’Avis (associazione volontari italiani del sangue) si è presentato dagli agenti di polizia giudiziaria della procura di Biella per “autodenunciarsi”. L’uomo ha spiegato di essersi sottoposto alla vaccinazione anti-Covid in ospedale in buona fede, nella convinzione che la categoria alla quale appartiene ne avesse già diritto.

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Sarebbero una ventina, fino a questo momento, i nomi dei possibili vaccinati “per errore” sotto la lente di ingrandimento del procuratore capo Teresa Angela Camelio, dopo l’analisi degli elenchi dell’Asl. Si tratta di persone che avrebbero ottenuto il vaccino in una fase in cui era riservato soltanto al personale sanitario e agli ospiti e al personale delle Rsa.

Interviene anche l’Avis di Coggiola

Questa mattina, domenica 7 febbraio, l’associazione Avis di Coggiola ha rilasciato sui social un comunicato per chiarire la situazione.

Apprendiamo dalla stampa locale che un volontario AVIS si è autodenunciato per aver ricevuto il vaccino. Premettendo che ogni libero cittadino è nelle facoltà di compiere gli atti che maggiormente lo tutelino, è altrettanto giusto precisare che il nome dei volontari AVIS e in generale dei donatori di sangue non può essere accostato al termine “furbetti”.

Per un errore interpretativo del termine “volontari attivi”, anche i volontari donatori sono stati erroneamente convocati a ricevere il vaccino prenotandosi con un form che non richiedeva di specificare la categoria (es. volontario o donatore).

Nel tardo pomeriggio del 13 gennaio, arrivata la precisazione sulla errata interpretazione “volontario attivo”, sono state interrotte le vaccinazioni e il giorno successivo tramite comunicati stampa e social Asl e AVIS hanno dato evidenza del malinteso invitando i donatori a non presentarsi perché sarebbero stati respinti.

Purtroppo non si poteva sapere, dato che il form di prenotazione non lo includeva, quanti donatori avessero già prenotato l’appuntamento ed era impossibile avvertite singolarmente gli interessati. Una lettera di spiegazioni a firma del dott. F. D’Aloia veniva consegnato ai volontari che non avendo appreso mezzo stampa del malinteso si fossero comunque presentati.

Nel tempo precedente alla precisazione e allo stop alcuni volontari si sono sottoposti al vaccino (e hanno completato il richiamo per ovvie ragioni sanitarie), ma lo ha fatto in totale buona fede con una convocazione da parte dell’associazione a cui appartengono.

Spiace vedere associato ai nostri valori di solidarietà, impegno civile e altruismo silenzioso il termine furbetti. Il nostro impegno e la nostra correttezza è ferma e scritta in quasi cento anni di storia, non sarà un titolo un po’ fuorviante a fermare il nostro impegno. Troppe persone attendono una sacca preziosa!

Il presidente AVIS Biella, Lorenzo Tivelli
Il presidente AVIS Coggiola, Cristian Nichele

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