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Trapianto salvavita: il cuore arriva dalla Francia con un viaggio di mille chilometri

L’organo è stato portato nella sua condizione fisiologica, ovvero perfuso e battente fuori dal corpo umano.

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Trapianto salvavita: il cuore arriva dalla Francia con un viaggio di mille chilometri. Questa è la storia di un viaggio molto particolare. Tutto inizia con la segnalazione di un potenziale donatore da Caen, in Normandia. Il suo cuore, per la rarità del gruppo sanguigno, non trova una allocazione in Francia e quindi i colleghi d’Oltralpe, per non perdere il prezioso dono, lanciano un appello europeo.

Cuore per trapianto arriva a Torino che batte ancora, ma fuori da un corpo umano

Il Centro Trapianti di cuore dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Mauro Rinaldi), allertato dal Centro Nazionale Trapianti (diretto dal dottor Massimo Cardillo) e dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte (diretto dal professor Antonio Amoroso), accetta l’organo che si trova però ad oltre 1000 km di distanza. Anche organizzando un volo speciale, la durata del trasporto sarebbe incompatibile con il trapianto e allora i medici dell’ospedale Molinette decidono che l’unico modo per far arrivare in sicurezza l’organo è di trasportarlo nella sua condizione “fisiologica”, ovvero mantenendo il flusso nelle coronarie lasciandolo battere liberamente al di fuori del corpo umano.
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Da poco, infatti, la Città della Salute di Torino, si è dotata di una nuova tecnologia che permette di mantenere l’organo perfuso e battente, senza più trasportarlo fermo e freddo come avviene normalmente, permettendo quindi di evitare una ischemia cardiaca prolungata e di allungare notevolmente i tempi di trasporto. Questa è la prima volta che il Centro Trapianto di cuore di Torino utilizza questa tecnologia ed il banco di prova è assai severo.

Su Prima Novara leggi anche: Trapianto eccezionale a Torino: il cuore arriva dalla Francia con un viaggio di mille chilometri

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1 Commento

1 Commento

  1. alessandro belviso

    30 Ottobre 2023 at 12:34

    cioè, quando l’hanno tolto a quel poveretto batteva ancora e lui era ancora vivo…
    personalmente i miei non li lascerò a nessuno in quanto potrei ancora essere vivo e non vorrei che qualche demente decidesse invece che sono già morto. casi diversi al contrario per altri organi, il cui “trasloco” parziale è possibile tra vivi e consenzienti.

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