Attualità
Turismo, boccata d’ossigeno con la zona gialla. Ma gli stranieri sono a zero
Turismo, boccata d’ossigeno con la zona gialla. Marco Torri del Consorzio Monterosa: «Però il turismo straniero è perso».
Turismo, boccata d’ossigeno con la zona gialla
Con il Piemonte tornato zona gialla, anche il turismo torna ad avere qualche piccolo beneficio. Il Consorzio Valsesia è al lavoro per cercare di sviluppare un turismo a tutto tondo e sfruttare ogni occasione per accogliere i visitatori in totale sicurezza.
Consorzio al lavoro
«Qualche persona o famiglia in più sulle nostre montagne è arrivata e arriverà – racconta il presidente del Consorzio Monte Rosa Marco Torri -. Per le attività come bar e ristoranti sarà finalmente una boccata d’ossigeno, qualcuno magari si fermerà anche a dormire negli alberghi che hanno deciso di tenere aperto».
La situazione degli alberghi, infatti, è piuttosto drammatica: «Ad Alagna dopo la metà di febbraio di solito arrivavano gli stranieri, ma adesso non è possibile accoglierli. Sarà un’altra grave perdita per il territorio». Ma intanto sulle piattaforme come Booking o Trivago sono in aumento nelle ultime settimane le strutture ricettive in Valsesia pronte ad accogliere turisti.
Valorizzare le nostre montagne
«La premessa che va fatta è che con gli impianti a fune e lo sci sono il punto di riferimento del turismo della nostra montagna – spiega Torri -, ma allo stesso tempo in questo periodo dove lo sci è fermo per il Dpcm ci siamo accorti che molti sport visti come “minori”, parlo dello sci di fondo o delle ciaspole, siano stati riscoperti. La nostra intenzione è quindi di continuare ad appoggiare lo sci sulle piste, ma andare a proporre poi al turista anche tutto ciò che la nostra montagna sa offrire, dalla ciaspolata, al fondo, alla visita in uno dei nostri musei o nelle cantine della bassa Valsesia».
Lo sci alpino in attesa
E per quanto riguarda il mondo dello sci rimane confermata la riapertura dal 15 febbraio, anche se ormai i gestori degli impianti dall’8 dicembre a oggi hanno visto spostarsi la data di apertura già tre volte. «Le aspettative non sono rosee – ha sottolineato Andrea Colla, direttore di Monterosa 2000 -. A rimetterci però è un intero territorio».
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