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Un mese di lotta contro il Covid: “Chi non vede non può capire”

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Un mese di lotta contro il Covid: “Chi non vede non può capire”. Alessandro Ferigo, originario della Valsesia e ora residente a Carpignano, ha voluto raccontare passo dopo passo la sua battaglia.

Tutto normale

La settimana prima di incontrare il virus Ferigo si era dedicato come sempre allo sport tra nuoto e corse nei boschi con l’idea di provare prima o poi un triahlon. Arriva poi la comunicazione che un collega è positivo in ditta, vengono organizzati i tamponi. «Il 27 ottobre in ufficio mi sale la febbre, scappo a casa, mi isolo da moglie e bambini, arriva l’esito del tampone ed è positivo – racconta -. Ma infondo migliaia di italiani lo sono e nel giro di una settimana o due tutto tornerà come prima, penso…». Passa sette giorni in casa in compagnia del saturimetro. «Non mi rendo conto che dentro di me si è scatenata una tempesta – scrive -. “Lui” sta prendendo il sopravvento, mi colpirà duro». L’1 novembre le cose sembrano andare meglio. «Nel pomeriggio però inizio ad andare in affanno, la notte è una battaglia, non voglio l’ambulanza a sirene spiegate che sveglia i miei figli – racconta -, ho visto mio padre andarsene cosi». Tiene duro fino al mattino quando chiama i soccorsi. «L’ambulanza arriva da Grignasco, paese di origine di mio padre, lo prendo come un buon auspicio, non sono un credente, ma con lui due parole le faccio spesso e lo sento vicino», spiega ancora. Un saluto alla moglie e al figlio e la corsa in ospedale.

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Il ricovero

Quando arriva all’ospedale di Novara gli riscontrano una polmonite bilaterale da Covid 19, scoprirà solo in seguito che gli avevano riscontrato un versamento pleurico, e un inizio di infezione polmonare. Alessandro Ferigo si sente però ancora invincibile come i primi giorni. «La notte è un incubo, non dormo, non respiro, non sono più sicuro di essere invincibile, ho bisogno di aiuto», spiega. Il 3 novembre va in terapia intensiva. «Finalmente arriva il casco – scrive ancora -, ma questo è diverso da tutti, non quello che siamo abituati a vedere , è strano purtroppo gli altri sono finiti, è un vero incubo.. scendo scortato da due super eroi della terapia intensiva… un reparto senza finestre, solo letti uno a fianco all’altro… su 15 posti, siamo vigili in due, il resto della truppa è intubata…» Iniziano le cure e Ferigo racconta così la situazione: «Non ho più controllo del mio corpo. Ho visto di peggio nella vita e senza prospettiva, io almeno a casa ci torno prima o poi. Questa è l’unica certezza». Passa alla Niv, «una maschera atroce che stringe come una morsa , ti ossigena ma allo stesso tempo ti soffoca psicologicamente». L’intubazione è sempre dietro l’angolo, ma Ferigo non la vuole e chiede di dormire. «È stata la notte del bivio, o ne uscivo oppure mi avrebbero intubato». Passa al casco e nella sua testa c’è la voglia di tornare a casa. Ed è cosi che passa ad una terapia più soft e va verso il recupero. «Alla fine perderò più di 14 chili – scrive ancora – ed ecco che domenica 13 novembre esco dal mondo dell’intensiva, passo in pneumologia Covid». Inizia ad alzarsi, sempre con ossigeno ma può iniziare a tornare un uomo normale. «Mi lavo, faccio anche l’ottima scelta di sistemarmi la barba ed i capelli… sembravo Tom Hanks in Cast Away – scrive ancora -. Inizio la fisioterapia, riprendo confidenza con gli atti respiratori, inizialmente inspirare aria è un gesto complicato». Domenica 22 novembre toglie l’ossigeno, il 25 novembre torna a casa. «Alle 22.15 entro in casa, abbraccio la mia famiglia, quasi non li vedo nemmeno talmente ho gli occhi lucidi – scrive ancora – il loro calore, i loro abbracci valgono l’attesa.. Papà è tornato ragazzi. The winner is…. Pappi (come mi chiama la mia piccolina)».

Gli eroi

L’esperienza ha insegnato ad Alessandro Ferigo di avere nuovi eroi: «Adoravo Mazinga Z, poi ho sempre avuto un debole per Capitan Harlock, per poi passare a Roby Baggio e Alex Del Piero – conclude -. Da oggi i miei eroi sono tutte le persone impegnate in prima linea contro il Covid, se non li vedi con i tuoi occhi non puoi capire… Non saprò mai come dirgli veramente grazie… posso solo promettere che sarò testimone vivente di quello che fanno e mi batterò contro chiunque si ostini a dire che questo virus non esiste».

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1 Commento

1 Commento

  1. Aby

    11 Dicembre 2020 at 10:12

    Leggano BENE parola per parola questo articolo tutti coloro che hanno sempre sostenuto che il Covid è solo un’influenza, una cospirazione, un tranello dei politici per tenerci imbavagliati, una bugia, un’esagerazione.
    E si vergognino di loro stessi!

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