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Varallo apre fabbrica di dischi in vinile alla ex Rotondi

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Varallo apre una “fabbrica di musica”: l'”Imprimatur Varade” produce dischi di vinile.

Varallo apre l'”Imprimatur”

Ai tempi di Spotify, potrebbe sembrare anacronistico. Ma il disco di vinile è ancora vivo: lo dimostra la storia di Simone Serretta e Caterina Schnickel. Novarese cresciuto a Scopello lui, milanese lei, un anno fa hanno deciso di lasciare tutto e di trasformare in lavoro la loro passione: a giugno apriranno a Varallo l’“Imprimatur Varade”, una vera e propria “manifattura del vinile” ai piedi della torre dell’acqua. L’idea è nata a gennaio del 2018. «Io sono un chimico – racconta Serretta -, ma nel tempo libero mi sono sempre dedicato alla musica: ho iniziato con piccoli concerti, che poi sono diventati tour e festival. Ho iniziato così a conoscere la piccola distribuzione e anche a rendermi conto di come il mercato del vinile, al centro di un grande ritorno negli ultimi anni, guardi sempre più alla quantità e meno alla qualità».

Dalla A alla Z

Dopo ventidue anni nel giro della musica, Serretta ha quindi deciso di diventare lui stesso un produttore di vinili, ma facendo le cose come un vero artigiano. «Faremo i dischi dalla A alla Z, in modo da avere sotto controllo tutta la linea – spiega il giovane proprietario dell’“Imprimatur” -. I macchinari, che abbiamo imparato a usare durante un mese di formazione in Canada, sono all’avanguardia e la fabbrica sarà “eco friendly”, amica dell’ambiente, in quanto ricicleremo i materiali di scarto. Entro due anni daremo lavoro ad almeno dieci persone e guardiamo lontano per poter fare molto di più». Serretta e Schnickel contano di aprire i battenti a fine giugno, ma la lista di clienti in attesa è già lunga e a ottobre li attende un evento davvero unico: insieme a Franco Sironi, ex direttore dell’etichetta discografica Emi, presenteranno alla fiera “Making Vinyl” di Hollywood, a Los Angeles, un tornio di registrazione completamente sperimentale. Gli ultimi esistenti sono stati infatti realizzati negli anni ’80, prima dell’avvento dei cd.
«Saremo gli unici in Italia a produrre anche il formato 10 pollici – aggiunge Serretta -. La nostra idea è inoltre quella di essere tra i primi a fare ricerca per arrivare a definire, e a seguire, degli standard che determinino la qualità del vinile, come quelli che c’erano negli anni ’70 e che poi si sono persi col tempo».

Gli spazi

Il tutto in una location che più che vintage si potrebbe definire secolare. «Lo spazio in cui sorge “Imprimatur Varade” esisteva già nel Seicento: c’era un mulino e venivano spaccate le pietre per estrarne i minerali – spiega l’imprenditore -. Negli anni Venti la fabbrica è stata poi ampliata ed è entrata a far parte degli spazi della manifattura Rotondi». La nuova avventura di Serretta e Schnickel, insomma, non inizierà nel classico capannone industriale, bensì in un ambiente luminoso e pieno di storia. Ma perché hanno scelto proprio Varallo? «Vuoi mettere portare un cliente qua o nella periferia di Novara o Milano? – risponde lui -. E’ un bel posto e io, essendo cresciuto a Scopello, ho sempre avuto in mente di tornare in Valsesia. Da Arduino Vettorello, proprietario dello stabile, dal sindaco Eraldo Botta e dalla comunità poi siamo stati accolti benissimo».

Si spera dunque in un gradito ritorno dei vecchi dischi. A Quarona, nel 2016, chiuse l’ultima rivendita della Valsesia.

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