Attualità
Varallo centro disabili riaperto: ma a piccoli gruppi
Varallo centro disabili riapre dopo la fase più acuta dell’emergenza sanitaria.
Varallo centro disabili riapre
Ritorna un importante servizio per la Valsesia: ha riaperto i battenti il centro diurno di Varallo, dopo la chiusura forzata dovuta alla pandemia. Il centro è stato riorganizzato per potere operare in tutta sicurezza. «Dopo una serie di lavori anche consistenti che hanno riguardato gli spazi dove si svolgono le attività, e dopo aver fatto tamponi ad operatori ed ospiti – spiega l’assessore ai servizi socio- assistenziali dell’Unione montana Valsesia, Francesco Nunziata – il 28 settembre siamo riusciti a riavviare questo importante servizio, grazie al coordinatore Diego Bessi e a tutti i suoi collaboratori, che sono stati espressamente formati sulla base delle nuove direttive. Sono inoltre orgoglioso di dire che i ragazzi e le loro famiglie non sono mai stati lasciati soli il nostro personale è stato loro vicino durante il lockdown e da maggio sono riprese le attività all’esterno del centro, con gite e attività varie organizzate e seguite dagli operatori del centro».
Le modifiche
E’ lo stesso Diego Bessi a spiegare come ora sia tutto molto cambiato all’interno del centro diurno di Via D’Adda a Varallo: «Le nuove normative anti-Covid hanno imposto modifiche sostanziali sia all’operatività che alla struttura stessa – racconta Bessi –. Per esempio, abbiamo dovuto cambiare destinazione d’uso a diversi locali, trasformando l’infermeria in spogliatoio per i ragazzi, la palestra in refettorio e così via. Ma la differenza concreta è che abbiamo dovuto ridurre il numero degli ospiti che possono stare al centro contemporaneamente: non ne potremo accogliere più di 16 ogni giorno, e per poter includere tutti nei servizi del centro, li abbiamo suddivisi in tre gruppi: nove saranno presenti ogni giorno, poi abbiamo costituito altri due gruppi da sette persone ciascuno, che si alterneranno in presenza. Ricordiamo – aggiunge Bessi – che le ultime direttive ministeriali prevedono anche interventi a domicilio in caso di necessità, dunque non saranno mai soli».
Le precauzioni
L’attività all’interno del centro diurno si svolge dalle 9 alle 17. Gli ospiti entrano scaglionati e seguono rigidi protocolli di accoglienza: triage prima di salire sul pulmino, triage prima di entrare al centro, autocertificazioni firmate dai familiari ogni mattina per le ore trascorse in famiglia. Oltre a questo, tutti gli ospiti devono indossare grembiuli, così come gli operatori indossano divise: «Sia noi che i ragazzi dobbiamo cambiarci entrando nel centro – dice ancora Bessi – in modo da ridurre il più possibile il rischio di contaminazione dall’esterno: divise e grembiuli vengono poi lavati nella lavanderia interna al centro. I grembiuli dei ragazzi sono colorati, così si sono potuti creare quattro gruppi: un sistema utile per organizzare le attività garantendo sempre il distanziamento e il conteggio dei partecipanti. Proponiamo loro le attività consuete, da quelle artistiche alla cura della serra, oltre alle passeggiate sul territorio: l’obiettivo è restituire loro la massima normalità possibile».
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