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Varallo lancia il nuovo assessore: ecco Roberta Bonazzi

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Varallo lancia il nuovo assessore: ecco Roberta Bonazzi. I primi mesi in giunta? «Piacevolmente complessi e caotici…»

Varallo, chi è la nuova assessore Roberta Bonazzi

Con Eraldo Botta ed Enrica Poletti, volti già noti nel panorama della politica cittadina, c’è anche una new entry nell’amministrazione guidata da Pietro Bondetti. È Roberta Bonazzi, dalle elezioni dello scorso giugno assessore a sport, politiche giovanili, aree e giochi pubblici, scuola e manifestazioni del Comune di Varallo.

Di professione informatore medico scientifico, è molto conosciuta in zona, anche in qualità di volontaria dell’associazione Amici di Lourdes, di cui fa parte da trent’anni e di cui in passato è stata presidente. La politica è invece una novità per Bonazzi, entrata nella lista di Bondetti per mettersi a disposizione della propria comunità.

Come sono stati questi primi mesi da assessore?

Piacevolmente complessi e caotici. Essendo io nuova in politica, devo cominciare a riprendere le fila di ciò che era stato cominciato dall’amministrazione precedente, in modo da dare continuità. Devo conoscere cosa succede e capire quali sono gli interlocutori con cui rapportarmi all’interno del comune. Quando mi sono candidata, però, avevo già messo in conto di dovermi confrontare con una situazione simile: era un “rischio calcolato”, insomma, ma sempre con la speranza di ricevere quella fiducia che i cittadini di Varallo mi hanno poi accordato.

Perché ha deciso di candidarsi?

È stato inatteso, qualcosa che non avevo mai preso in considerazione fino a che Eraldo (Botta, ndr) mi ha chiesto di entrare in lista. Non conoscevo il mondo politico, ma il gruppo mi piaceva e il fatto di conoscere le persone con cui avrei lavorato mi ha rassicurata. Candidarmi è stato un mettermi in gioco dopo aver sempre visto le cose dall’esterno, un metterci la faccia e mettermi alla prova per il contesto in cui vivo.

Pensa che l’esperienza maturata in ambito lavorativo la stia aiutando nella sua carica di assessore?

Nella mia professione è fondamentale il lavoro di gruppo e questo aspetto si può applicare anche all’ambito amministrativo. All’interno del Comune mi rapporto con persone molto preparate e il lavorare in gruppo è determinante per raggiungere dei risultati. La collaborazione e l’organizzazione sono determinanti in entrambi i ruoli: quello di informatore medico scientifico e quello di assessore.

Tra le sue deleghe c’è anche quella alle manifestazioni. Com’è stato rivivere la prima “vera” Alpàa dopo la pandemia in qualità di assessore dedicato proprio a questo tipo di eventi?

È stato bellissimo, da assessore ma soprattutto da cittadina varallese. Quando sono entrata in carica era già stato organizzato tutto benissimo da Lorena Brustio e Riccardo Valsesia, che, insieme alla Pro loco, si sono sobbarcati tutto il lavoro, quindi io ho solo vissuto il bello di quei giorni di festa. Mi ha fatto però molto piacere, perché reputo che sia stata un’edizione della ripresa, molto positiva e partecipata. È stato un tornare a quella normalità che prima della pandemia davamo per scontata ed è stato meraviglioso, liberatorio.

Come assessore, cosa le piacerebbe realizzare in futuro?

Credo che tutte le mie deleghe siano molto importanti per la vita di Varallo, in particolare per quanto riguarda la scuola e lo sport. Ci sono tanti progetti in cantiere e ciò che mi sta più a cuore è soprattutto l’ambito scolastico: io non ho figli, ma ho nipoti e tanti amici che hanno bambini e vedo quanto impegno sia necessario per formare le nuove generazioni e per rendere gli ambienti scolastici i più sicuri e accoglienti possibili. Mi sto quindi impegnando tanto per questo aspetto e mi sta piacendo molto. D’altra parte, si può dire che per me, figlia e sorella di maestre, la scuola sia un po’ un “affare di famiglia”.

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