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Varallo ricorda Armida Barelli: sarà beata grazie a un miracolo

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Varallo ricorda Armida Barelli: sarà beata grazie a un miracolo. La benefattrice del santuario di Roncaglio soggiornò a Locarno nel 1918.

Varallo ricorda Armida Barelli

Senza il suo contributo morale e finanziario il santuario di Maria Ausiliatrice, a cui la comunità di Locarno e l’intera Valsesia sono molto devoti, non sarebbe mai sorto. A darne notizia è lo “Svegliarino”, il giornalino della parrocchia della frazione varallese guidata spiritualmente da don Matteo Borroni. A Locarno, nel 1918, Armida e la madre «furono entrambe ospiti in casa parrocchiale, come risulta dalle testimonianze del parroco monsignor Giuseppe Delsignore», riporta l’articolo pubblicato sul giornalino parrocchiale.

Studi

Dopo gli studi in un collegio svizzero e tornata in Italia, la giovane si dedicò ai ragazzi abbandonati e poveri. «L’incontro con padre Agostino Gemelli nel 1910 segna l’inizio di una costante collaborazione – si legge ancora sullo “Svegliarino” -, affiancandolo in tutte le sue realizzazioni, prima fra tutte l’Università Cattolica del Sacro Cuore, inaugurata il 7 dicembre 1921, diventandone “cassiera”/ segretaria. Nel gennaio 1918 riceve dall’arcivescovo di Milano, cardinal Ferrari, il compito di dare vita nelle parrocchie della diocesi ad un movimento femminile collegato all’Azione Cattolica per controbattere la propaganda marxista. Visti i risultati ottenuti in pochi mesi a Milano, papa Benedetto XV le affida il compito di far nascere la Gioventù Femminile di Azione Cattolica in tutte le diocesi italiane, missione che porterà a termine, superando anche qualche resistenza da parte di vescovi e parroci. Nella relazione del 1938, celebrando i 20 anni del suo movimento, può già vantare 15.700 associazioni, un milione di socie, 20 milioni di lire raccolti per le Missioni, 18 per l’Università Cattolica, 5 per i seminari, un milione di testi di ca techismo donati annualmente, un’infinità di opuscoli per la formazione religiosa e liturgica».

Addio

Armida morì il 15 agosto 1952 nella villa di famiglia a Marzio, in provincia di Varese, «dopo una prolungata malattia iniziata nell’autunno 1949, colpita da paralisi bulbare – riporta l’articolo -. I suoi resti mortali riposano dall’8 marzo 1953 nella cripta della cappella principale dell’Università Cat tolica a Milano».

Beatificazione

Una donna dunque di grandi capacità e altruismo: «Il processo diocesano per l’accertamento delle sue virtù eroiche si è svolto a Milano dall’8 marzo 1960 al 10 luglio 1970 – si legge infine sullo “Svegliarino” -. Il 20 febbraio di quest’anno papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo a un miracolo per sua intercessione, aprendo la via alla sua beatificazione».

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