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Vigili Romagnano: meno interventi per colpa delle regole Covid

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Vigili Romagnano: anche l’attività dei pompieri è stata pesantemente influenzata dalle normative contro il Covid.

Vigili Romagnano, la loro festa

Anche i festeggiamenti per santa Barbara sono stati necessariamente ridimensionati: i Vigili del fuoco volontari del distaccamento di Romagnano hanno ricordato la patrona partecipando alla messa celebrata al comando provinciale di Novara, insieme ai colleghi del capoluogo novarese e dei distaccamenti di Arona e Borgomanero. «Avevamo ricevuto dal comando l’ordine di non organizzare festeggiamenti nelle caserme – conferma il responsabile romagnanese Giuseppe Barberis – Ma è già dal mese di marzo che attuiamo tutte le disposizioni per evitare il diffondersi del virus».

La pandemia e l’alluvione

Quello vissuto a partire fin dal primo decreto di confinamento la scorsa primavera è stato un anno particolare anche per i pompieri romagnanesi, che hanno dovuto adeguarsi alla situazione. «Nei mesi primaverili, ho dovuto ridurre il numero delle presenze in caserma, organizzando turni di quattro o cinque persone, anziché le solite sette o otto che compongono le nostre squadre – spiega Barberis –. Ho preferito lasciare a casa i volontari che arrivavano da più lontano mentre con questo secondo lockdown e il crollo del ponte di Romagnano, sono stati fermati anche gli uomini provenienti dal gattinarese. Non è stata una decisione facile, ma anche le caratteristiche dei nostri interventi sono in parte cambiate».

I tipi di intervento

Per tenere lontano il Covid, infatti, i pompieri romagnanesi, come altrove, sono stati sollevati dallo svolgimento di alcuni tipi di servizio, mentre per eseguirne altri è stato necessario adottare tutti i dispositivi di sicurezza previsti per coloro che lavorano a contatto con le persone potenzialmente o realmente positive.
«Abbiamo sempre garantito le operazioni urgenti, mentre i piccoli soccorsi quali il recupero di gatti, l’apertura delle porte bloccate, la rimozione dei nidi di calabroni sono stati sospesi o effettuati solo nei casi più gravi – spiega ancora il responsabile della sede di via Pizzorno – Ovunque sia necessario entrare a contatto con la gente, siamo tenuti a indossare le protezioni ormai in uso ovunque; inoltre, abbiamo sempre con noi le attrezzature di cui sono dotati gli uomini del Nucleo batteriologico radioattivo e che ci hanno inviato dal ministero: tute, guanti, mascherine, addirittura bombole di ossigeno, da usare quando il rischio di contagio è più marcato».

Meno interventi

Rispetto allo scorso anno, il numero di interventi eseguiti dai Vigili del fuoco romagnanesi nel 2020 è calato: «Le nostre squadre sono uscite circa 430 volte, contro le 495 dello scorso anno. Abbiamo lavorato molto sia durante l’alluvione di inizio ottobre, sia durante la recente nevicata, quando siamo stati chiamati nella zona del lago d’Orta, più colpita che da noi. Da quando non c’è più il ponte, poi, sono diminuite le richieste anche da parte dei paesi del vercellese dove siamo normalmente presenti».

In foto: un ritrovo dello scorso anno, in occasione dell’inaugurazione del nuovo mezzo

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