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Vivo nella muffa e nessuno mi ascolta. L’appello a Serravalle

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Vivo nella muffa e nessuno mi ascolta. L’appello a Serravalle. Mariella Fichera chiede aiuto per risolvere un inghippo burocratico che frena la ristrutturazione dell’alloggio.

Vivo nella muffa e nessuno mi ascolta

Nelle settimane precedenti un varallese, Emilio La Mastra, dopo aver letto Notizia oggi che parlava della situazione precaria della donna, si era offerto volontario per sistemare le criticità dell’alloggio.  La disponibilità dell’uomo è stata ben espressa in un articolo apparso i primi di maggio sulle colonne di questo giornale, ma sembra non sia stata accolta così favorevolmente dall’Atc. Ad illustrare gli sviluppi della questione è Fichera. «Dopo l’interessamento della televisione e di Notizia oggi, i tecnici dell’Atc hanno fatto un sopralluogo nell’appartamento in cui vivo. A seguire, non si è mosso nulla. Mi è stato chiesto però di dire alla persona che si è offerta di aiutarmi, di inviare una email ad Atc confermando la volontà di portare avanti gratuitamente le spese. Il signor La Mastra gentilmente ha provveduto, ma nessuno ha risposto. E la muffa intanto continua a diffondersi. E’ normale questo atteggiamento, ed è corretto lasciare una persona in questo stato?».

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La residente è alquanto delusa. «Sono proprio arrabbiata, non è giusto che venga abbandonata così – sottolinea Fichera -. Inoltre, non è corretto evitare di rispondere a un cittadino che si rende disponibile a fare dei lavori gratis laddove dovrebbe pensarci un ente preposto».

In questa vicenda c’è un altro punto che non è del tutto comprensibile. «Raramente si trova qualcuno che si offre volontario per fare un lavoro gratuitamente, perchè bisogna a tutti i costi mettergli dei paletti? – conclude la donna -. Il signor Emilio è stato molto gentile e premuroso, lo ringrazio per la sua disponibilità. Non capisco davvero cosa possa frenare l’Atc dal dare il consenso per gli interventi…».

Fichera quindi chiede nuovamente un cenno di riscontro da parte dell’Ente che si occupa della palazzina in cui vive. «Sbloccate la situazione e permettete al volontario di fare gli interventi – conclude – non vorrei passare un altro inverno in una condizioni difficile nè tantomeno vivere da accampata nel salotto di casa».

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