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Confermato lo sciopero di 48 ore dei benzinai. Chiusi anche i self-service
I gestori incrociano le braccia da martedì sera a giovedì sera. Nel mirino il tema dell’esposizione dei prezzi.
Confermato lo sciopero di 48 ore dei benzinai. Chiusi anche i self-service. I gestori incrociano le braccia da martedì sera a giovedì sera. Nel mirino il tema dell’esposizione dei prezzi.
Confermato lo sciopero di 48 ore dei benzinai. Chiusi anche i self-service
Salvo svolte dell’ultima ora, confermato lo sciopero dei banzinai per la prossima settimana: i distributori chiuderanno dalle 19 di martredì 24 gennaio alle 19 di giovedì 26 gennaio. Chiusi anche gli impianti self-service, ma assicurerà i servizi minimi essenziali. Potrebbero restare aperti, anticipano, gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere.
Il problema della cartellonistica
Dopo l’incontro con il governo, i sindacati si sono detti “profondamente delusi”. Faib, Fegica e Figisc pur dando atto al ministro delle imprese, Adolfo Urso, di voler trovare una soluzione, protestano contro il mantenimento dell’obbligo di cartellonistica contenuto del decreto trasparenza. «Siamo l’unica categoria a dover comunicare i prezzi».
L’obbligo della cartellonistica previsto con l’esposizione del prezzo medio voluto dal decreto trasparenza, secondo i gestori delle pompe, penalizza i benzinai ed è inutile per far abbassare i prezzi. L’unica concessione dopo il faccia a faccia con l’esecutivo è stata quella di una riduzione dello stop, da 60 a 48 ore.
«Il messaggio che rimane è che siamo una categoria da tenere sotto controllo perché speculiamo – commentano ancora i sindacati -: ma fino all’ultimo momento siamo disponibili a vedere se troviamo margini di manovra».
Le proposte del governo
Il governo aveva fatto una serie di proposte ai benzina. Tra queste, l’obbligo di comunicazione dei prezzi della benzina settimanale (e non giornaliero) e ad ogni variazione del prezzo. La chiusura per omessa comunicazione solo dopo 4 omissioni nell’arco di 60 giorni (e non più dopo tre senza limiti temporali anche non consecutivi). L’eventuale chiusura decisa da 1 a 30 giorni (prima la previsione era da 7 a 90 giorni). Le sanzioni per omessa comunicazione da un minimo di 200 a un massimo di 800 a seconda del fatturato dell’impianto (prima raggiungevano i 6000 euro). Ai gestori non è però parso abbastanza per bloccare la serrata.
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