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Nessuno spiraglio per la “Franchi” di Borgosesia: stop alla produzione e 21 a casa

I sindacati chiedono tutele per i lavoratori che perderanno il posto.

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Nessuno spiraglio per la “Franchi” di Borgosesia: stop alla produzione e 21 a casa. I sindacati chiedono tutele per i lavoratori che perderanno il posto.

Nessuno spiraglio per la “Franchi” di Borgosesia: stop alla produzione e 21 a casa

Confermata l’ipotesi peggiore. Cessa del tutto l’attività produttiva al Salumificio Franchi di Borgosesia. L’azienda prosegue comunque il proprio cammino, ma limitato alla parte amministrativa e commerciale. Sui propri canali infatti la società continua a promuovere i propri prodotti.

Una doccia fredda per una delle aziende più note e antiche di Borgosesia, che nel 2024 ha tagliato il traguardo dei cento anni di attività e che nel 2021 rilanciava la propria attività puntando su una filiera tutta Madie in Italy. Purtroppo i costi di gestione alle stelle hanno portato il salumificio a chiedere il licenziamento collettivo per 21 dipendenti. Tutti del reparto produzione, che di fatto non esisterà più.

L’incontro con i sindacati

Ai sindacati non sono state comunicate le future strategie aziendali. Martedì c’è stata l’assemblea con un confronto con i lavoratori. Per alcuni dipendenti è stata una doccia fredda, si sapeva del momento difficile che il gruppo sta attraversando, ma non si pensava a una decisione così drastica. C’è chi lavora alla Franchi da decenni, chi si è inserito negli ultimi anni.

«Ci attiveremo per non lasciare soli i lavoratori – ha spiegato Barbara Grazioli della Cgil -. C’è stato un primo confronto con i dipendenti. Saranno aperti diversi tavoli anche perchè ci sono varie situazioni da valutare. Non sono previsti ammortizzatori sociali in quanto non si parla di riorganizzazione». Una delle proposte è l’attivazione della Naspi. Ma, appunto, tutte le questioni sindacali saranno valutate nei prossimi giorni. «L’obiettivo – riprende Grazioli – è cercare di massimizzare il risultato in questo momento».

Difficile ricollocare i dipendenti

Il problema è come riassorbire le maestranze, visto che in Valsesia realtà così strutturate non ci sono. «E’ un peccato – riprende Grazioli – che tali professionalità vadano perse». Una crisi quella dell’azienda evidenziata soprattutto nell’ultimo anno. La società ha parlato soprattutto di problemi legati ai costi di gestione troppo alti.

L’impianto di Borgosesia è immenso, per di più i costi per far funzionare i macchinari si farebbero sentire sul bilancio. Già nel 2017 si era registrata una importante crisi, ma meno forte. All’epoca per tutti e 39 i dipendenti era scattato il part time, nessun licenziamento. Ma una riduzione a 36, 32, 24 ore settimanali. L’azienda non poteva più fare ricorso ai contratti di solidarietà, in assenza di ammortizzatori sociali si era puntato sul part time.

Il rilancio dal 2020

Poi era iniziata la rinascita: lo stabilimento di Borgosesia era stato acquisito nel luglio 2020 da Alimentagri Piemonte dando prospettive allo storico brand della Valsesia. Nel 2021 il Salumificio Franchi aveva dato il via alla prima filiera certificata di carni rosa al 100 per cento di produzione italiana in accordo con Opas (organizzazione produzione allevatori suini) che era entrato nel capitale sociale di Franchi.

Era stata una operazione che si inseriva proprio nel salvataggio del brand storico italiano con l’obiettivo di tornare protagonisti. E la strada si era rivelata anche giusta. Erano state strette anche sinergie commerciali con partner del territorio, e il volume di affari era cresciuto del 30 per cento. Nel 2022 la situazione del marchio era solida. C’era stato un incremento del 60 per cento del risultato.

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