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Rianimazione c’è, mancano i medici: c’è solo la domanda di uno specializzando

Quasi deserto il bando per il nuovo reparto all’ospedale di Borgosesia.

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Rianimazione c’è, mancano i medici: c’è solo la domanda di uno specializzando. Quasi deserto il bando per il nuovo reparto all’ospedale di Borgosesia.

Rianimazione c’è, mancano i medici: c’è solo la domanda di uno specializzando

Un solo candidato, per di più specializzando, al bando per il nuovo reparto di terapia intensiva all’ospedale di Borgosesia. I lavori sono ormai finiti, il primario è stato individuato, ma serve il personale per far funzionare il reparto.

Il primo bando che è scaduto nei giorni scorsi e pubblicato dall’Asl Vercelli non è andato come ci si attendeva, ma sarà riproposto.

I progetti per il 2024

Si preannuncia un 2024 di novità per l’ospedale di Borgosesia. Appena lo scorso mese è stata inaugurata la nuova sala di attesa nel reparto di oncologia dove i numeri di accesso sono aumentati grazie anche a uno staff medico in grado di dare risposte sempre pronte ai pazienti. In questo modo le persone che devono affrontare la malattia possono farlo nell’ospedale vicino a casa.

Ora c’è da far partire terapia intensiva. «A livello di interventi strutturali siamo ormai giunti alla fine – spiega la dottoressa Fulvia Milano, direttore sanitario dell’Asl di Vercelli -. Stiamo già lavorando per far entrare in funzione il reparto. Abbiamo individuato il primario della struttura complessa di Vercelli e Borgosesia che sarà la dottoressa Gabriella Lippi ed è stato avviato il concorso». La risposta però non c’è stata.

Concorso quasi deserto

Un solo candidato, uno specializzando, ha fatto domanda. Se ci sarà l’approvazione da parte dell’università in cui sta studiando, verrà preso. Il bando medici rianimatori verrà comunque riproposto. Non si lascia nulla di intentato E dall’Asl fanno sapere che anche con una equipe medica più limitata sarà possibile avviare gradualmente il reparto. Non va dimenticato che sono stati banditi in totale dieci posti per anestesisti, otto in terapia intensiva e due in sub intensiva. «Siamo partiti dall’apice per avere un responsabile che avrà poi la propria equipe – riprende Milano -. A livello di infermieri invece andremo ad attingere dalla graduatoria dell’ultimo concorso fatto».

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