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La Valsesia ha detto addio al suo ultimo partigiano
Morto a Quarona Giuseppe Galli: avrebbe compiuto cento anni tra pochi mesi.
La Valsesia ha detto addio al suo ultimo partigiano. Morto a Quarona Giuseppe Galli: avrebbe compiuto cento anni tra pochi mesi.
La Valsesia ha detto addio al suo ultimo partigiano
La Valsesia piange l’ultimo dei suoi partigiani. E’ morto Giuseppe Galli, avrebbe compiuto cento anni tra pochi mesi. Combattente per la libertà con il nome di “Balilla”, è stato per anni presidente della sezione Anpi di Quarona, e ora ne era presidente onorario.
Classe 1926, originario di Breia, Galli ha vissuto per anni a Quarona, poi si era trasferito a Roccapietra. Negli anni del dopoguerra, dopo aver lavorato in una azienda della zona, aveva deciso di mettersi in proprio avviando la Model Plastic, ditta che si occupa di stampaggio di materie plastiche, ora portata avanti da figlio e nipote.
Il ricordo dell’Anpi
Così lo ricordano l’Anpi Quarona e il comitato provinciale di Vercelli.
«Giuseppe Galli apparteneva, all’epoca della Seconda guerra mondiale, alla classe di leva del 1926: nato a marzo, rientrava fra i giovani chiamati ad arruolarsi nell’esercito della repubblica sociale e per questo fu posto di fronte alla scelta di presentarsi al distretto militare di Vercelli o di disertare ed entrare nella Resistenza».
«Optò per questa seconda possibilità, indotto dalla cultura politica del padre, che era un militante socialista pur nella clandestinità imposta dal regime fascista, e dall’orientamento di molti giovani appena più anziani di lui, che erano entrati nelle file partigiane, approfittando della presenza delle prime bande agli ordini di Moscatelli negli alpeggi sulle montagne intorno a Breia, il paese d’origine».
Il periodo della Resistenza
« Ebbe modo di essere testimone di tutti gli eventi che si concentrarono alle pendici del monte Briasco dall’autunno del 1943 al gennaio del 1944, in particolare il rastrellamento di gennaio in cui fu incendiata Castagneia, la frazione dove si era insediato il comando partigiano, le uccisioni di partigiani, civili e soldati alleati a Cavaglia, a Zagro, a Loreto di Varallo, fino alla fucilazione di Rocco Bellio, avvenuta proprio a Breia nei pressi della chiesa di San Giovanni Battista il 9 aprile 1944».
«A questo partigiano che aveva svolto servizio militare nei paracadutisti fu intitolata la 6a brigata Garibaldi in cui Galli militò agli ordini del comandante Nello Olivieri, un ufficiale di carriera venuto in Valsesia dalla Lunigiana. Nello esercitò sui ragazzi come Giuseppe, un fascino straordinario; capace di trascinare i giovani che avevano scelto la Resistenza più per istinto che per consapevolezza politica».
La cattura di tre ufficiali tedeschi
«Quando Nello morì in un’imboscata, il 27 agosto 1944, la Brigata fu intitolata a lui; qualcosa però si era tragicamente rotto nell’animo dei partigiani più giovani, che vissero nel ricordo di una stagione irripetibile e nel mito di un comandante che, se fosse sopravvissuto, avrebbe scritto pagine importanti nella storia. Galli rimase nella 6a brigata Nello fino alla fine della guerra: raccontava che, nei giorni della Liberazione, aveva partecipato alla cattura di tre ufficiali tedeschi in fuga, provenienti dal Cuneese, e intercettati dai partigiani vicino all’oratorio di San Bernardo, furono consegnati alle autorità alleate».
«I valori appresi in famiglia e sul campo nel periodo partigiano formarono la vita e l’impegno di Giuseppe Galli per il resto della sua esistenza, che trascorse dedicandosi al lavoro, alla famiglia e alla vita della comunità, da amministratore del suo Comune e della Comunità montana Valsesia».
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