Cronaca
Bolli fantasma Ghemme: il tabaccaio patteggia 30 mesi
Bolli fantasma Ghemme: un gruppo di cittadini avvierà una causa civile contro il tabaccaio.
Bolli fantasma Ghemme: il tabaccaio patteggia
Bolli auto “fantasma”, il tabaccaio ghemmese Paolo Bonassi ha patteggiato 30 mesi. Il commerciante 47enne era stato accusato non solo di non aver mai versato alla Regione i soldi dei bolli auto, ma anche quelli di varie utenze domestiche pagate nel suo negozio.
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Avviata un’azione legale collettiva
Arriva quindi ad un punto definitivo la vicenda che ha messo in difficoltà parecchi ghemmesi e non. Molti clienti del tabaccaio avevano dovuto pagare per due volte bolli e bollette. Per alcuni si è trattato di una perdita di parecchi soldi, tanto che era stata avviata un’azione legale collettiva, seguita dall’avvocato Luigi Rodini di Novara.
Due anni e sei mesi di carcere
Mercoledì Bonassi, difeso dall’avvocato Sergio Iavelli, ha patteggiato davanti al gup Andrea Guerrerio a due anni e sei mesi di carcere. La decisione, al termine dell’indagine, ha evitato un lungo processo dibattimentale per 172 capi di imputazione, uno per ogni bolletta, con la necessità di ascoltare come testimoni tutti i cittadini coinvolti, per importi di circa 110 euro l’uno in media e una somma totale di 30mila euro.
Pronta una causa civile
Il gruppo di cittadini (oltre un centinaio) che si era riunito per ottenere giustizia, intende proseguire con una causa civile successiva alla sentenza «almeno per recuperare in parte le spese processuali, che ammontano a 30/40 mila euro. E per ottenere un minimo di riconoscimento, dopo il danno». Saranno seguiti ancora dall’avvocato Rodini.
La vicenda
Molti cittadini tra il 2011 e il 2015 avevano pagato i bolli per i veicoli, ma i soldi non erano mai stati incassati dalla Regione, che aveva chiesto gli interessi di mora e affidato a una società il recupero dei crediti. I truffati si erano anche rivolti alla trasmissione “Mi manda Rai Tre” (clicca qui per guardare l’anteprima del servizio mandato in onda nel 2016) e affidati a un legale, l’avvocato Rodini, per tentare una class action nei confronti della Regione e del Monopolio di Stato.
Non più autorizzato ai pagamenti
Intanto il tabaccaio si era professato innocente, sostenendo di aver stipulato una convenzione con società private che poi avrebbero dovuto girare i soldi alla Regione. Nel corso dell’indagine era tuttavia emerso che Bonassi non avrebbe dovuto, e potuto, continuare a riscuotere il bollo auto appoggiandosi a società diverse da Lottomatica, poiché dal 2010 gli era stata revocata l’autorizzazione.
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