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Cronaca

«Basta colpevolizzare persone solo perchè si chiamano Di Giovanni»

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In tribunale si è discusso della confisca dei beni voluto dalla procura di Novara. La difesa si oppone

Nuova tappa dell’inchiesta che riguarda la famiglia Di Giovanni. L’altro giorno in tribunale la pubblica accusa ha chiesto di confermare la confisca  del patrimonio della famiglia, un provvedimento eseguito nel 2015 dalla questura di Novara. Stiamo parlando di un patrimonio di sette milioni di euro con attività imprenditoriali anche a Romagnano e Prato Sesia. La Procura ha chiesto il sequestro in quanto si tratterebbe di beni provenienti da una attività illecita, ma in aula i legali della famiglia si sono opposti: “Basta  colpevolizzare persone solo perchè hanno un certo cognome”.  Per i legali i beni intestati anche ad alcuni famigliari delle persone coinvolte nell’inchiesta “Blood sucker” non si possono sequestrare.

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