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Cronaca

Diciottenne rapita e uccisa: nuova inchiesta 47 anni dopo

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costringevano donne

Diciottenne rapita e uccisa nel 1975: il suo corpo senza vita fu trovato a Galliate. Aperta una nuova inchiesta a Milano.

Diciottenne rapita e uccisa

Fu trovata senza vita il primo settembre 1975, sepolta in una discarica di Galliate, due mesi dopo il suo rapimento. Cristina Mazzotti aveva solo 18 anni ed è stata la prima donna rapita dall’Anonima sequestri nel nord Italia. Oggi, a 47 anni dalla sua morte, la procura di Milano ha aperto una terza inchiesta sul caso.

Il rapimento

La giovane fu rapita la sera del primo luglio 1975, fuori dalla sua villa a Eupilio, in provincia di Como. Al padre venne chiesto un riscatto di cinque miliardi, poi ridimensionato a un miliardo. L’uomo riuscì a pagare, ma purtroppo non poté più rivedere la figlia.

L’omicidio

La ragazza, secondo la ricostruzione degli inquirenti, fu segregata a Castelletto Ticino, «in una buca senza sufficiente aereazione e possibilità di deambulazione», e le furono date «massicce dosi di tranquillanti e eccitanti», causandone così il decesso nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto, mentre il padre pagava il riscatto. Il primo settembre qualcuno, con una telefonata anonima, disse ai carabinieri di scavare in una discarica di Galliate. Qui fu trovato il corpo senza vita. La giovane era stata uccisa da un cocktail di farmaci.

L’inchiesta

Un primo processo, a Novara, terminò con tredici condanne, fra cui otto ergastoli, a carico di persone considerati fiancheggiatori. Fra loro non c’erano però gli esecutori materiali del sequestro concluso con la morte della vittima. Sul caso ha indagato la squadra mobile di Milano e ora i pm contestano a quattro persone, considerate legate alla ‘ndrangheta, l’omicidio volontario della giovane. I quattro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

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