Cronaca
Donna di Varallo violentata dall’ex che era venuto a prenderla dopo il lavoro
Va a prenderla al lavoro e la violenta in campagna: condannato a otto anni. Lui è di Serravalle, lei di Varallo. E in aula ha ritrattato tutto: si andrà in appello. Il 32enne era imputato di violenza sessuale e calunnia. Per “convincere” la donna l’aveva minacciata con un’ascia.
Donna di Varallo violentata dall’ex
L’aveva aspettata fuori dal lavoro offrendosi di accompagnarla a casa. In realtà le sue intenzioni erano altre: l’ha portata in una zona appartata tra Grignasco e Prato Sesia dove si è consumata la violenza sessuale. Il tribunale di Novara l’altro giorno l’ha condannato a otto anni di carcere, una pena pesante. Addirittura il doppio rispetto a quanto era stato chiesto dalla pubblica accusa.
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I fatti risalenti al 2019
La vittima è una trentenne di Varallo, l’imputato un 32enne residente a Serravalle. Era l’aprile 2019 quando la giovane donna era uscita dal lavoro dalla fabbrica in cui lavora. Nel parcheggio aveva incrociato il suo ex, che si era offerto di riaccompagnarla a casa: «Sali, ti do un passaggio».
Ma poi l’auto aveva preso la strada delle campagne tra Prato Sesia e Grignasco, in zona Cà Bianca. Qui l’uomo, lontano da occhi indiscreti, aveva iniziato ad approcciare la donna. «Voglio divertirmi ancora con te». E per essere ancora più convincente tira fuori un accetta minacciandola di sfregiarla.
A quel punto la donna è stata costretta a cedere. Ma una volta tornata a casa aveva denunciato tutto ai carabinieri.
Le indagini erano subito partite. La testimonianza era chiara e precisa, ma quando i militari si erano presentati alla porta del 32enne e lo avevano successivamente interrogato, lui aveva mostrato dei messaggi in cui la ragazza diceva di essersi inventata tutto. In realtà si è poi scoperto che erano sms finti mandati da lui stesso per depistare le indagini.
Il processo e il colpo di scena
Nei giorni scorsi il collegio giudicante del tribunale di Novara ha emesso la sentenza. La pubblica accusa aveva chiesto una condanna a quattro anni per violenza sessuale e calunnia (quest’ultimo reato riferito al caso dei falsi sms). Ma il tribunale ha condannato l’uomo al doppio della pena, otto anni di carcere. Dopo che sarà depositata la motivazione della sentenza, il legale dell’uomo farà di certo ricorso in Appello per cercare di ribaltare la sentenza o quanto meno avere uno sconto della pena.
Tanto più che in aula è arrivato anche un colpo di scena: la vittima ha infatti detto di essersi inventata tutta quanta la vicenda, in quanto molto arrabbiata con l’uomo. E anche facendo leva su questa nuova testimonianza la difesa dell’aggressore aveva chiesto l’assoluzione per il proprio assistito. Ma il collegio giudicante ha ritenuto valide le prove raccolte in sede di indagine e le dichiarazioni rese dalle parti.
A quel punto però anche a carico della donna il collegio ha preso provvedimenti: infatti ha trasmesso gli atti in procura per valutare la falsa testimonianza della vittima.
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