Cronaca
Fucilata killer a Ghemme denunciato anche un 16enne
A ottobre un uomo perse la vita nei boschi, colpito accidentalmente
Era l’8 ottobre, una domenica, quando Ghemme fu colpita della tragedia della morte di Giancarlo Baragioli. Il 59enne stava cercando castagne insieme alla moglie quando venne ucciso accidentalmente da una fucilata. Ora l’inchiesta prosegue: le indagini hanno portato finora alla denuncia per omicidio colposo di due persone, una 24enne e un 16enne, un primo passo avanti è stato fatto. Intanto tutte le perizie sono giunte in procura e serviranno agli inquirenti per capire la dinamica di quanto avvenuto quella domenica 8 ottobre. I legali delle parti tengono il riserbo: la famiglia della vittima che risiedeva a Vicolungo è rappresentata dall’avvocato Umberto Caldaresi, mentre a curare gli interessi dei due indagati è l’avvocato Ivan Colciago del foro di Milano, un legale che negli ultimi anni si è occupato di numerosi casi di cronaca nella zona del Milanese e del Monzese. L’inchiesta invece viene portata avanti dal pubblico ministero Francesca Celle della procura di Novara con l’appoggio del nucleo operativo della compagnia carabinieri di Arona, supportati dai colleghi di Ghemme e Novara.
Come detto massimo riserbo da parte degli inquirenti, anche per la presenza di un minore. Tutte le prove raccolte serviranno per capire come sono andate veramente le cose. Per esempio una delle domande è molto semplice: chi ha sparato si è reso conto di aver colpito un uomo? Non va dimenticato che gli inquirenti sono arrivati a individuare i due presunti responsabili dopo una indagine attenta basata su perizie balistiche eseguite dai carabinieri del Ris di Parma, poi ci sono tutti i tabulati sui telefonini per individuare l’esatta posizione delle persone presenti nel bosco di Ghemme quel tragico 8 ottobre. Insomma, gli inquirenti hanno dovuto affidarsi alle moderne tecniche investigative per cercare di fare luce sulla vicenda, tanto che i due presunti colpevoli dello sparo sono stati individuati soltanto dopo settimane. Dagli interrogatori di chi era nel bosco quel giorno non erano arrivati riscontri utili alle indagini.
L’8 ottobre 2017 era una domenica ed era in corso una battuta al cinghiale tra Ghemme e Cavaglio, una tecnica di caccia che richiede la presenza di diversi cacciatori. Una decina le persone presenti, tutte residenti nei vicini Comuni di Fara Novarese, Carpignano Sesia, Ghemme, Barengo e Sizzano. A un certo punto è partito il colpo che è stato fatale a Giancarlo Baragioli, scambiato sicuramente per un animale selvatico. L’uomo si trovava lì per caso, intento a raccogliere castagne. Le urla della moglie hanno attirato i cacciatori i quali hanno portato i primi soccorsi al 59enne. Ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Subito i carabinieri hanno proceduto a raccogliere le deposizioni di tutte le persone presenti nel bosco oltre che i fucili che imbracciavano, qualcuno aveva detto di aver notato anche altri due cacciatori aggirarsi, una tesi verificata dai carabinieri ma che non ha mai trovato riscontro.
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