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Cronaca

Ghemme, il cacciatore ha ucciso da meno di 100 metri di distanza

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spari vicino

Nel bosco c’era un gruppo di cacciatori novaresi impegnati nella battuta al cinghiale che avrebbero visto altre due persone aggirarsi in zona

 

Ancora sconosciuta l’ideantità del responsabile dell’incidente di caccia in cui è deceduto Gian Carlo Baragioli nei boschi tra Ghemme e Cavaglio. Secondo le testimonianze nel bosco non c’erano solo i cacciatori novaresi impegnati nella battuta al cinghiale, ma almeno altre due persone sono state notate girare in assetto venatorio. E comunque la zona è frequentata da persone che arrivano anche da fuori. Potrebbero dare le risposte che gli inquirenti aspettano e proprio i cacciatori novaresi hanno lanciato un appello: chiunque si trovasse domenica nel bosco di Ghemme si faccia avanti collaborando con le forze dell’ordine. Le indagini sono in corso coordinate dal pubblico ministero Francesca Celle e non sono di certo delle più facili. Chi ha colpito Baragioli doveva trovarsi a non più di 100 metri e forse, spinto dalla paura, si è allontanato capendo di non aver preso un ungulato, ma una persona. Le urla della moglie che soccorreva il marito e chiedeva aiuto sono state udite a lunga distanza. E sono proprio i cacciatori a chiedere al colpevole di farsi avanti. La posizione di chi ha premuto il grilletto è sempre più delicata, oltre ad aver ucciso involontariamente una persona, potrebbe essere accusato di non aver prestato le cure del caso, allontanandosi e facendo perdere le proprie tracce.

La procura di Novara ha messo in campo tutte le risorse a disposizione. Oltre all’indagine tradizionale che punta sull’aspetto investigativo e sulla raccolta delle testimonianze, anche la sezione scientifica dei carabinieri è all’opera. I fucili dei cacciatori presenti nel bosco diGhemme saranno analizzati a fondo in cerca di un indizio, altra strada riguarda la verifica dei telefonini per cercare di capire dove si trovassero i cacciatori al momento dello sparo. E questo sarà possibile attraverso le celle telefoniche. Incrociando i dati gli inquirenti sperano di avere elementi concreti per dare un volto a chi ha sparato a Baragioli. L’uomo lascia la moglie Alessandra che è insegnate a Gozzano, il figlio Matteo di 20 anni e Chiara di 19. L’uomo aveva una passione per la natura e le gite nelle colline vicino a casa. Domenica doveva essere una uscita autunnale serena per ritemprarsi e invece è stata una giornata finita in tragedia.

 

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