Cronaca
Roasio sesso al centro massaggi: chiesta condanna a 30 mesi
Roasio sesso al centro massaggi: chiesta condanna a 30 mesi. «Per me erano ragazze che lavoravano in minigonna». Così il titolare italiano del centro massaggi di Roasio finito nell’indagine della procura di Vercelli per sfruttamento della prostituzione.
Richiesta di condanna
Il pubblico ministero Davide Pretti ha chiesto una condanna a 2 anni e 6 mesi e due assoluzioni. Tre gli uomini finiti a processo per il giro dei centri massaggi a luci rosse – uno a Roasio e due a Vercelli – chiusi dai carabinieri nel 2016 dopo un’indagine che aveva portato alla luce un giro di prostituzione.
Nell’indagine erano stati coinvolti quattro uomini, tre dei quali cinesi e un uruguayano residente da tempo tra Vercelli e Biella.
I giudizi sulle ragazze
Lui, più volte fotografato dalle forze dell’ordine all’esterno del locale – e che faceva anche da autista al cinese privo di documenti – era stato intercettato mentre dialogava con il socio utilizzando termini molto espliciti rispetto all’attività svolta dalle ragazze. E aveva anche espresso giudizi molto espliciti sull’aspetto delle massaggiatrice considerate “brutte” e per questo responsabili dei mancati introiti.
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Una serie di tasselli che, secondo l’accusa, sarebbero più che sufficienti a dimostrare un coinvolgimento diretto nella vicenda. Richiesta di assoluzione, invece da parte del legale dell’uomo che, poco prima delle arringhe, si era anche sottoposto a esame, dicendo di essere del tutto estraneo alla vicenda.
I clienti
Dal tifoso settantenne che arrivava a Vercelli per vedere la Pro e si fermava per un massaggio, a quello con almeno 25 anni di meno che aveva contattato la massaggiatrice tramite Internet accordandosi per un incontro, passando da chi aveva visto da fuori la vetrina del salone, abitando nelle vicinanze, ed entrava per curiosità.
Nei saloni finiti sotto la lente di ingrandimento di procura e militari non si effettuavano normali massaggi come è stato spiegato anche dai testimoni, ovvero gli stessi clienti. Di solito le ragazze erano in minigonna e cambiavano in continuazione.
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