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Cronaca

Trivero, addio al brigadiere Guido Ascenzi

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Lavorò nella caserma di via Marconi a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta

Una persona collaborativa che a Trivero ha saputo farsi ben volere dalla popolazione, un carabiniere vecchia maniera che frequentava il paese e cercava di avere sempre il polso della situazione di ciò che accadeva. Così viene ricordato Guido Ascenzi, brigadiere della stazione di Trivero a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, una figura che è rimasta ancora viva nel ricordo di molte persone. E’ morto all’ospedale di Fermo dove era ricoverato. Da anni si era trasferito nel suo paese di origine, ma i famigliari hanno voluto pubblicare l’epigrafe anche a Trivero, Comune dove aveva prestato a lungo servizio e che in fondo, seppur così diverso dalla sua terra, gli era rimasto nel cuore. 

Era stato in servizio a Trivero tra gli anni Settanta e Ottanta. Originario delle Marche era stato trasferito per servizio nella caserma di Trivero, che già all’epoca si trovava in via Marconi. Lavorò a stretto contatto con l’allora maresciallo Marino. Ascenzi, lo ricordano ancora in paese, era arrivato a Trivero con la moglie, la coppia e poi i figli rimasero per oltre dieci anni. Era un brigadiere di azione che cercava sempre soprattutto il dialogo con le persone. Proprio per il suo carattere riuscì subito a farsi ben volere dai triveresi. Lui, uomo di mare, si abituò presto al territorio montano sopportando anche le temperature decisamente più rigide rispetto alle Marche.

Una volta congedato il brigadiere Ascenzi con la sua famiglia tornò nelle Marche, abitava in una casa in riva all’Adriatico a Porto San Giorgio. A inizio mese era stato ricoverato in ospedale a Fermo dove è morto il 5 agosto, mentre lunedì è stato celebrato il funerale nel santuario di Santa Maria al Mare. Lascia la moglie Dina Mazzoni, il figlio Gaetano, la nuora Sonia, il nipote Jacopo e i fratelli Mario, Amalia e Gina. Proprio per il suo legame affettivo con Trivero la famiglia ha voluto far affiggere l’epigrafe anche in paese.

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