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Cronaca

Truffata e tradita dal marito in Marocco: Borgosesia, la figlia chiede giustizia

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Truffata e tradita dal marito con cui avrebbe dovuto avviare un’attività commerciale in Marocco: la figlia chiede ancora giustizia per la madre.

Truffata e tradita

Lei non c’è più, stroncata da un infarto. Ma la figlia chiede giustizia per una donna che ha perso tutto in Marocco. Si è consumato tra Borgosesia e Temara, città costiera della nazione africana, il dramma di Emilia Bianco. Lei, valsesiana, ex bidella nelle scuole, morta nell’estate del 2019 all’età di 57 anni, nel 2010 aveva deciso di investire i soldi (un bel gruzzoletto) incassati dall’assicurazione dopo la scomparsa della mamma per comprare una casa e un negozio in Marocco, insieme all’uomo che aveva sposato e che conosceva da tempo. Dei lavori e delle pratiche burocratiche si era occupato lui, naturalmente, che conosceva la lingua e le leggi del suo Paese. Emilia lo aveva lasciato fare ed era anche riuscita a vedere con i suoi occhi l’abitazione e l’altro locale che nelle intenzioni della coppia sarebbe dovuto diventare un Internet Point. Ma l’entusiasmo per quel viaggio si è trasformato qualche tempo dopo nel suo dramma: la donna, infatti, tornata qualche tempo dopo in Marocco senza dire nulla a quello che credeva il suo compagno per la vita, scopre che in realtà quest’ultimo aveva sposato un’altra donna del posto. E in un attimo amore e soldi sono andati in fumo.

Senza giustizia

Questo il racconto della figlia. Che ora vuole giustizia: «Mamma è morta di infarto probabilmente perché il suo cuore non ce la faceva più – racconta Francesca Boccato -: per dieci anni aveva combattuto questa battaglia da sola in un Paese non facile come il Marocco e non era riuscita ad avere giustizia. Ne ha passate tante, troppe, e alla fine non si sentiva quasi più italiana, visto che dallo Stato non ha mai ricevuto nessun aiuto. Non è giusto quello che ha subito, ma adesso continuerò io a combattere per lei, ma anche per le altre persone che hanno subito lo stesso genere di ingiustizia». Dopo la triste scoperta, Bianco aveva iniziato una lunga battaglia legale, sperando di ottenere giustizia in Marocco, ma senza riuscirci. Il processo penale nei confronti dell’uomo, infatti, si è concluso con la sua assoluzione. Dopo l’ennesima cocente delusione l’ex bidella borgosesiana aveva deciso di rivolgersi a Kaoutar Badrane di Bassano del Grappa, primo avvocato marocchino in Italia.

La legale

A lei è affidata l’ultima speranza di ottenere finalmente giustizia: «Nel novembre del 2019 – spiega la legale vicentina – è stato instaurato un procedimento civile per la restituzione delle somme, specificandone la provenienza. In Marocco il processo penale a cui l’uomo era stato sottoposto aveva accertato che i soldi fossero del marito, ma esiste una scrittura privata tra i due coniugi, che invece dice l’esatto contrario. Questo documento, per il quale abbiamo chiesto la perizia calligrafica e che non era stato inserito nel fascicolo dell’altro processo, potrebbe essere decisivo. Emilia, che non conosceva la lingua, è stata lasciata sola e non è riuscita a dimostrare una cosa ovvia, cioè che quei soldi erano suoi». Anche in Marocco l’attività giudiziaria è sospesa per l’emergenza covid, ma Badrane spera di arrivare alla verità in tempi brevi: «Speriamo di avere la sentenza nel giro di un anno. Abbiamo prodotto anche la documentazione dell’assicurazione che versò i soldi alla donna e l’estratto conto della banca per dimostrare che era intestato esclusivamente a lei. E del resto come sarebbe possibile che un uomo che in Italia svolgeva il mestiere di ambulante avesse potuto mettere da parte una somma così ingente? Abbiamo speranza, quello che rattrista è che non si tratta di un caso isolato».

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