Compagnia Itinerante interpreta i capolavori della Pinacoteca di Varallo. Un bellissimo regalo in queste feste pasquali: gli attori fanno rivivere alcuni quadri famosi esposti a Palazzo dei Musei.
Compagnia Itinerante interpreta i capolavori della Pinacoteca di Varallo
Un bellissimo regalo in queste feste pasquali “di clausura”. Gli attori della Compagnia Itinerante hanno interpretato alcuni dei capolavori contenuti nella Pinacoteca di Varallo, facendo rivivere quadri e personaggi. Ecco nella gallery qui sotto i quadri veri e quelli “rivisitati”, con la descrizione che ne ha dato la Compagnia Itinerante sulla sua pagina Facebook.
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Stefania Orecchioni veste i panni di Irene Mazza Gilardi, figlia d’arte del pittore valsesiano Pier Celestino Gilardi, ritratta dal padreinsieme alle quattro sorelle nella tela intitolata Ragazze in veranda, licenziata nel 1896. Il dipinto lo trovate esposto al secondo piano della Pinacoteca.
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Assunta Rastelli veste i panni di Maria Angela Sceti, la madre del pittore valsesiano Pier Celestino Gilardi (1837-1905). La tela, dipinta nel 1899, appartiene al lascito di Pier Ugo Tirozzo, nipote di Pier Celestino e anch’esso artista, che nel 1985 dona alla Pinacoteca un nucleo di opere appartenenti alla sua collezione privata.
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Paola Gilardone veste i panni della moglie di Emilio Contini (1876-1960), pittore e primo conservatore della Pinacoteca. Il ritratto è eseguito da Contini stesso un ventennio prima di ricevere tale carica, nel 1919: la data è tracciata, a punta di pennello, sul fondo scuro del dipinto, esposto oggi negli spazi al secondo piano del museo.
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Lorena Chiara veste i panni della Ribeba, una scultura in gesso dell’artista valsesiano Giacomo Ginotti (1845-1897), esposta negli spazi della Pinacoteca dedicati all’Ottocento. La donna, abbigliata con il costume tradizionale, suona lo scacciapensieri: questo piccolo strumento popolare vanta in Valsesia una storia secolare.
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Yuri Zanino con coraggio i panni di Davide, il giovane pastore che, armato di sola fionda, uccide il gigante Golia. Per farlo si ispira al celebre dipinto di Tanzio da Varallo nelle collezioni della Pinacoteca, licenziato intorno al 1621 dal pittore valsesiano, tra i maestri del Seicento italiano.
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Carlo Cerli veste i panni del San Pietro dipinto dal pittore valsesiano Pier Francesco Gianoli, tra i protagonisti della cultura figurativa piemontese del secondo Seicento. La tela, licenziata negli anni settanta del secolo, è oggi esposta negli spazi della Pinacoteca dedicati al Seicento e al Settecento.
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Andrea Zanino e Lorena Chiara vestono i panni dei due giovani pastorelli ritratti, in un momento di riposo, nella tela “Al Pascolo”. Il dipinto, che risale al 1891, è un’opera del pittore emiliano Francesco Burlazzi, attivo in Valsesia fin da giovane e a lungo direttore della Scuola di Disegno di Varallo.
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Assunta Rastelli veste i panni della signora Biglia, ritratta nel salotto di casa, in atteggiamento di elegante modestia, dal pittore valsesiano Pier Celestino Gilardi. Questa grande tela, licenziata nel 1882 e attualmente in restauro, è un tipico ritratto alto borghese di fine Ottocento.
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Efrem Valla veste i panni del gentiluomo ritratto da Giovanni d’Enrico, fratello scultore di Tanzio da Varallo, nella Testa in terracotta dipinta (1616-1630 circa) che trovate esposta nella sala della Pinacoteca dedicata al pittore valsesiano.
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Renata Maiandi veste i panni della donna in costume tradizionale locale ritratta dal pittore valsesiano Michele Cusa (1799-1870) in questo piccolo dipinto su tela, esposto oggi nelle sale della Pinacoteca che ospitano le collezioni di Ottocento.
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Monica Ingletti veste i panni dell’Angelo annunciante dipinto da Gaudenzio Ferrari con l’aiuto di un collaboratore intorno al 1515. La tavola, insieme a un’altra oggi dispersa con la Vergine annunciata, si trovava nella «chiesa vecchia» al Sacro Monte di Varallo, demolita nel 1773. Oggi il dipinto è esposto nella terza sala della Pinacoteca.
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Carlo Pozzoni veste i panni di San Pietro Martire, ispirandosi a quello affrescato dal pittore novarese Giovanni De Campo nell’oratorio di San Pietro a Varallo, intorno al 1450. L’affresco si trova oggi nella seconda sala della Pinacoteca, con altri due frammenti dello stesso ciclo pittorico.
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