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Rincari da record: produttori agricoli in difficoltà

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tumori e alimentazione

Rincari da record nella produzione agricola: tanti imprenditori in difficoltà.

Rincari da record

Una situazione estremamente difficile, con difficoltà per i produttori e prezzi alti per il consumatore finale. Molti produttori di frutta e verdura vedono a rischio le loro attività a causa dei fortissimi rincari dei fertilizzanti e dell’energia. Costi che non riescono a coprire con i prezzi contrattati con i grossisti. A lanciare l’allarme è Confagricoltura Piemonte.

I prezzi

I listini del Centro agro alimentare di Torino mostrano l’evoluzione della situazione. Un anno fa in questo periodo i cavolfiori bianchi costavano all’ingrosso 90 centesimi al chilo, oggi sono quotati 1,30 euro; le zucchine valevano 1,60 euro, oggi sono a 2,65 euro. L’aumento più consistente, complici le gelate, è quello dei finocchi, passati da 45 centesimi al chilo a 2,30 euro.

I fertilizzanti

Una nota di spesa importante riguarda i fertilizzanti. «Da un anno a questa parte il costo dei fertilizzanti azotati è aumentato mediamente del 290% – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – il gas metano utilizzato per il riscaldamento delle serre di oltre il 600%».

L’energia

«I consumatori pagano di più la verdura, ma ciò nonostante gli orticoltori sono in grande difficoltà, perché con le contrattazioni all’ingrosso non riescono a recuperare i maggiori costi che sostengono – chiarisce Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – e se non si interverrà per stabilizzare i costi energetici molte aziende saranno costrette ad abbandonare la produzione, riducendo la disponibilità dell’offerta. Per questo è necessario – aggiunge Zuccaro – che nell’ambito della filiera ciascuno faccia la propria parte, evitando di penalizzare esclusivamente il settore della produzione primaria, per evitare di far crescere la dipendenza dall’estero e peggiorare i conti della bilancia commerciale del nostro Paese».

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1 Commento

1 Commento

  1. Leti

    9 Marzo 2022 at 15:07

    Per non parlare del costo delle materie prime per le macchine per la lavorazione dell’ortofrutta. Ormai è una catena senza fine

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