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Turismo invernale: in Valsesia danni incalcolabili con lo sci fermo

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Turismo invernale: in Valsesia gli impianti sono ancora chiusi.

Turismo invernale: in Valsesia danni incalcolabili

La stagione dello sci è ormai andata con lo slittamento della ripartenza al 15 febbraio imposto dal Governo, ma si spera ancora che si possa aprire giusto per dare una boccata d’ossigeno al turismo in valle. Le perdite però sono enormi, non solo per gli impianti di Monterosa 2000, ma per tutto l’indotto turistico.

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Continui rinvii

Il Governo ancora una volta ha alzato l’asticella: dopo aver negato la partenza per il ponte dell’Immacolata, ha chiuso tutto il periodo natalizio, mettendo il 7 gennaio come data della ripartenza salvo poi rimangiarsi la parola e spostare tutto in là ancora di dieci giorni. Ora ha nuovamente fatto spallucce e ha detto “ci vediamo a febbraio”, come se per preparare una pista da sci bastasse una giornata.

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Comunicazioni dell’ultimo minuto

Quello che sconcerta è, ancora una volta, la comunicazione da parte del Governo, arrivata all’ultimo senza una programmazione. «La decisione di rinviare l’apertura dello sci è arrivata venerdì 15 gennaio, come al solito in ritardo – commenta Marco Torri, presidente del Consorzio Monterosa -. Quando ormai la gente e le attività si erano organizzate per poter partire, è una presa in giro. Ci hanno abbandonato».

Perdite enormi per molti settori

«Siamo davanti a un danno economico incalcolabile – prosegue -. Molti alberghi non apriranno per tutto l’inverno, ma questo vuol dire andare a colpire tutto il mondo che ruota attorno al turismo. Lo spostamento della data di avvio era già nell’aria. Ma con le nuove regole e il Piemonte in zo0na arancione anche tutte le attività extra sci alpino diventano impossibili».

Rimane la speranza

Eppure qualche straniero sarebbe anche arrivato in Valsesia nel fine settimana. «Alcune strutture avevano ancora prenotazioni non disdette – spiega -, ma in queste condizioni i turisti non possono arrivare». Intanto il Consorzio Monterosa cerca di restare positivo e guarda già alla primavera e all’estate, pensando di fare rete tra Comuni, operatori turistici per cercare di recuperare, almeno in parte, il terreno perduto.

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