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Cronaca

Cento coltellate per uccidere il figlio diventato schiavo del gioco

«Non volevo vivere un altro calvario dopo la morte di mia moglie». I periti hanno ricostruito la tragedia.

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Cento coltellate per uccidere il figlio diventato schiavo del gioco. «Non volevo vivere un altro calvario dopo la morte di mia moglie». I periti hanno ricostruito la tragedia.

Cento coltellate per uccidere il figlio diventato schiavo del gioco

Ha ucciso il figlio 28enne con più di cento coltellate. E’ quanto emerge dalla relazione delle perizie fatte eseguire a seguito della tragedia accaduta a Canelli, nell’Asigiano, nella notte tra il 22 e il 23 novembre scorsi. Una notte in cui Piero Pesce ha ucciso il figlio 28enne Valerio, sorprendendolo nel sonno mentre erano in casa insieme.

Le terribili modalità del delitto emergono dalla relazione dell’autopsia depositata in procura dal medico legale, che ha esaminato il corpo della vittima.

Secondo quanto riportato dalla relazione, Valerio Pesce è stato colpito con oltre cento fendenti, alcuni dei quali hanno attraversato il suo torace provocando gravi lesioni agli organi interni.

L’incubo dei debiti

La vittima, originaria di Canelli, aveva vissuto per un periodo ad Alba, ma recentemente era tornato a vivere con il padre. Valerio aveva chiuso la tabaccheria che gestiva ad Alba, un’attività che aveva ereditato dal padre stesso. Tuttavia, la gestione della tabaccheria aveva accumulato debiti, aggravati dalla dipendenza dal gioco d’azzardo che affliggeva Valerio.

Padre e figlio spesso litigavano a causa delle difficoltà finanziarie e delle preoccupazioni del padre riguardo alla sorte della propria famiglia. L’uomo temeva che i problemi del figlio potessero trascinare tutti in un calvario simile a quello già vissuto dopo la morte della moglie, stroncata da una grave malattia. È in questo contesto di tensioni e preoccupazioni che si è consumato il delitto.

Ha tentato di toglirsi la vita

Dopo aver compiuto l’omicidio, Piero Pesce ha tentato il suicidio senza successo, e successivamente ha chiamato le forze dell’ordine. Ha reso una lunga e dettagliata confessione davanti ai carabinieri e al magistrato, ammettendo subito le proprie responsabilità.

Adesso la procura di Asti ha chiesto al gip il giudizio immediato nei confronti dell’uomo, accusato di omicidio pluriaggravato. In particolare, viene contestata l’aggravante della premeditazione, poiché Valerio è stato ucciso nel sonno, nella sua stessa camera da letto. Ma la gravità del caso non permette il giudizio abbreviato: per cui si andrà davanti alla Corte d’Assise di Asti, in una data ancora da definire.

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