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Costretto a fare 22 chilometri per trovare il farmaco salvavita: il caso a Brusnengo

Scrive un uomo che ha avuto un trapianto di fegato: «Un disagio continuo».

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Costretto a fare 22 chilometri per trovare il farmaco salvavita: il caso a Brusnengo. Scrive un uomo che ha avuto un trapianto di fegato: «Un disagio continuo».

Costretto a fare 22 chilometri per trovare il farmaco salvavita: il caso a Brusnengo

Ha dovuto subire un trapianto di fegato e adesso è costretto ad assumere quotidianamente farmaci salvavita. Peccato che non li possa acquistare in paese, ma solo nella farmacia dell’ospedale. E questo lo costringe a frequenti quanto inutili trasferimenti.

Un problema che Roberto Vinci, cittadino originario di Valdilana e attualmente residente a Brusnengo, ha deciso di inviare una mail all’ufficio relazione con il pubblico del Ministero della salute. Con l’obiettivo di far inserire i farmaci immunosoppressori anche nel servizio pubblico farmacie di paese.
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La lettera del cittadino

«Buongiorno mi chiamo Vinci Roberto e abito a Brusnengo, un piccolo paese in provincia di Biella, in Piemonte. Voglio esporre la mia tristezza e disagio – scrive l’uomo – per una situazione medica che non riguarda solo me ma molti malati bisognosi di cure e farmaci. Essendo un trapiantato di fegato, ho necessità di assumere giornalmente immunosoppressori: ma questi farmaci sono solo disponibili nelle farmacie degli ospedali tramite piano terapeutico.

«Il problema è che non abitando nelle città i mezzi di trasporto che portano alle strutture sanitarie sono scarsissimi e per poter raggiungere tali strutture o si è automuniti o bisogna prendere un taxi o mezzi pubblici. Ma essendo i servizi di mobilità pubblica scarsi (una due corse al giorno con vari cambi) per una distanza di 22 chilometri devi assentarti da casa dalle 6 alle 8 ore. Mi chiedo: ma questi farmaci salva vita perché non possono essere inseriti nel servizio sanità pubblica farmacie di paese?

«Altrimenti questo è impedire alle persone di potersi curare, visto che non on tutti vivono nelle città o metropoli , ma anche in piccoli centri urbani dislocati a diversi chilometri di distanza dalla struttura sanitaria competente. E’ infinitamente indispensabile fornire a determinati malati la possibilità di acquisire i farmaci (salvavita e non) anche nella propria farmacia di paese. Grazie».

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