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Cronaca

Investita mentre va al lavoro in monopattino: morta a 18 anni

Era stata ricoverata in condizioni disperate al Cto, ma ha cessato di vivere il giorno dopo.

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Investita mentre va al lavoro in monopattino: morta a 18 anni. Era stata ricoverata in condizioni disperate al Cto, ma ha cessato di vivere il giorno dopo.

Investita mentre va al lavoro in monopattino: morta a 18 anni

Stava andando al lavoro sul suo monopattino quando è stata urtata violentemente da un’auto. Sbalzata a terra, è stata ricoverata in condizioni disperate al Cto di Torino, dove ha cessato di vivere poco dopo. Si è conclusa così, a soli 18 anni, la vita di Giulia Grigore, una ragazza di San Giusto Canavese che aveva trovato un impiego in un bar a Rivarolo. E ogni mattina ci andava con l’unico mezzo a sua disposizione, il monopattino.

Ma nella mattinata di ieri, giovedì 8 agosto, sulla provinciale San Giorgio-Ozegna, all’altezza di un semaforo il suo monopattino si è scontrato con un’Alfa Romeo Giulietta guidata da un 21enne di Lusigliè. Come riportano i colleghi di Prima il Canavese, l’impatto è stato violento, la giovane è stata sbalzata a terra riportando gravi traumi cranico e facciali.

Trasportata in elicottero al Cto di Torino, Giulia è deceduta alle prime luci dell’alba nonostante gli sforzi dei medici. Le comunità di San Giusto e San Giorgio Canavese sono sconvolte dalla tragedia. I carabinieri di Ivrea stanno indagando per chiarire la dinamica dell’incidente.
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Il dolore di una comunità

Giulia era una ragazza di animo buono e dal sorriso gentile che celava una tristezza profonda, la ricordano gli amici. Rimasta orfana di madre in giovane età, aveva dovuto affrontare responsabilità e sfide ben oltre i suoi anni, crescendo troppo in fretta.

Nonostante le difficoltà economiche, Giulia affrontava la vita con dignità e determinazione, recandosi ogni mattina a Rivarolo dove lavorava come barista al Caffè Torino. Non era un lusso, ma una necessità. «Nonostante le difficoltà, riusciva a mantenere quella gentilezza che la rendeva speciale agli occhi di tutti. Giovane senza malizia semplice e buona,era circondata da tanti amici che le volevano bene per il suo cuore grande e la sua naturale dolcezza» la ricordano dal comune di San Giusto.

«Ieri sera, fino a notte inoltrata, quei suoi amici sono rimasti al suo fianco in ospedale, sperando , pregando e incoraggiandola a lottare. Volevano credere che la loro Giulia ce l’avrebbe fatta, che il suo sorriso triste avrebbe ritrovato la luce». Giulia lascia il papà e al suo fratellino Gabriele.

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