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Sanac senza ordini: la protesta di Gattinara oggi a Roma

Preoccupazione per la sorte di una novantina di dipendenti che lavorano nell’azienda produttrice di refrattari.

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Sanac senza ordini: la protesta di Gattinara oggi a Roma. Preoccupazione per la sorte di una novantina di dipendenti.

Sanac senza ordini: la protesta di Gattinara oggi a Roma

I dipendenti della Sanac di Gattinara scendono nuovamente in piazza. La Filctem Cgil insieme al coordinamento Sanac oggi, venerdì 20 ottobre, sarà sotto Palazzo Chigi a Roma con i sindacati dei metalmeccanici e delle altre organizzazioni sindacali che rappresentano le aziende dell’indotto. Una protesta che arriva dopo l’assoluta mancanza di comunicazione da parte del Governo sul caso Sanac. Da ricordare che nello stabilimento di Gattinara sono impiegati una novantina di dipendenti.

Come si ricorderà, il problema della Sanac, azienda che produce materiali refrattari, è iniziato con la crisi dell’Ilva di Taranto, di cui il gruppo era fornitore.
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La vicenda

A sei mesi dal tavolo ministeriale tutto tace: degli ordini da parte di Acciaierie d’Italia nemmeno l’ombra e il bando di vendita resta fermo al Ministero in attesa di pubblicazione. Insomma il totale disinteresse per far ripartire un’azienda da sempre leader nell’ambito dell’acciaio.

«Il tempo passa, l’esborso di risorse pubbliche aumenta e il Governo cosa fa? Resta a guardare – spiegano in una nota i sindacati -. L’immobilismo sta portando al depauperamento delle capacità produttive e del capitale umano: lavoratori altamente qualificati. Sanac è un’azienda fiore all’occhiello del made in Italy, fondamentale per la filiera dell’acciaio».

Si acquista all’estero anziché in Italia

A raccontarla, la vicenda ha dei contorni assurdi: «L’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia sceglie di reperire i materiali refrattari all’estero, spendendo moltissimo per gli approvvigionamenti. Nel frattempo la cassa integrazione per i lavoratori di Sanac continua e con essa si perdono ulteriori risorse pubbliche – riprendono i sindacati -. Ci domandiamo perché non venga esercitato il ruolo del Governo all’interno di Acciaierie D’Italia tramite Invitalia e vogliamo risposte rispetto questo quesito, rispetto gli ordini, rispetto al bando».

Mancata comunicazione

E’ passato oltre un mese da quando si decise di sollecitare il Governo per avere risposto. Ma nulla è cambiato e nulla si è mosso. «Dall’invio della richiesta urgente di riconvocazione del tavolo ministeriale, era il 7 settembre non abbiamo ancora avuto riscontri – scrivono dalla Cgil-. Per tutti i motivi suddetti noi della Filctem Cgil insieme al Coordinamento Sanac saremo sotto Palazzo Chigi con i sindacati dei metalmeccanici e delle altre organizzazioni sindacali che rappresentano le aziende dell’indotto. Il lento spegnimento di Ilva coincide con lo spegnimento delle attività di Sanac: questo non lo possiamo permettere e faremo di tutto affinché non avvenga».
Foto d’archivio

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