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Chirurgia protesica d’anca: l’eccellenza di Habilita I Cedri tra innovazione e rapidità di recupero

La chirurgia protesica in ambito protesico è una delle specialità che caratterizzano l’attività clinica di Habilita I Cedri, la casa di cura di Fara Novarese (NO). In particolare, la chirurgia protesica d’anca vede il presidio piemontese come punto di riferimento a livello regionale grazie alle nuove sale operatorie della struttura, al personale altamente specializzato in questo tipo di interventi e ai protocolli specifici adottati per ridurre al minimo l’invasività dell’operazione e accelerare i tempi di recupero del paziente. Ma quando è necessario ricorrere all’intervento di protesi d’anca? Lo abbiamo chiesto al Dr. Edoardo Guazzoni, chirurgo ortopedico che opera in Habilita I Cedri.

Dr. Edoardo Guazzoni
Dottore, quali sono i sintomi principali che indicano la presenza dell’artrosi d’anca?
«L’artrosi d’anca si manifesta con sintomi diversi ma il più comune è certamente il dolore. Generalmente si tratta di un dolore localizzato all’inguine, che può irradiarsi al gluteo o al fianco. È importante non confondere questo dolore con altre problematiche, come ad esempio la trocanterite. Di solito il dolore aumenta con il movimento, per esempio camminando o ruotando l’anca, e si associa a limitazioni pratiche nella vita quotidiana, come difficoltà a mettersi calze o scarpe».
Quali soggetti sono maggiormente a rischio?
«L’artrosi dell’anca colpisce principalmente persone con più di 65 anni, interessando circa un quarto di questa fascia di popolazione. Tuttavia, ci sono anche altri fattori predisponenti. Tra questi troviamo l’attività sportiva ad alto impatto, lavori fisicamente pesanti e malformazioni congenite dell’anca come la displasia o il conflitto femoro-acetabolare, che possono favorire l’insorgenza precoce di questa patologia».
Sala operatoriaQuando è necessario ricorrere all’intervento chirurgico?
«Prima di arrivare alla chirurgia, tentiamo sempre un approccio conservativo con terapia farmacologica antinfiammatoria, fisioterapia e, in alcuni casi specifici, infiltrazioni articolari. Quando però queste soluzioni non danno i risultati sperati, allora diventa indicato intervenire chirurgicamente. Oggi, grazie alle tecniche mini-invasive praticate nei centri di eccellenza, come la nostra Casa di Cura Habilita I Cedri, l’intervento risulta poco invasivo, con muscoli che non vengono tagliati ma semplicemente spostati delicatamente, limitando così i danni ai tessuti e garantendo un recupero molto più rapido e privo di dolore. Anche le protesi moderne, i cosiddetti steli conservativi o steli corti, sono progettate per ridurre il danno all’osso, favorendo un recupero ottimale. I nuovi materiali protesici garantiscono risultati eccellenti con durate ormai stimate di 30 anni».
Dopo l’intervento, quanto migliora effettivamente la qualità della vita del paziente?
«Il miglioramento della qualità della vita è notevole e immediato. Il paziente, già subito dopo l’intervento, avverte una significativa riduzione del dolore legato all’artrosi, recuperando rapidamente la mobilità articolare. Dopo un ricovero breve, generalmente di soli 3 giorni, la persona può riprendere rapidamente le proprie attività quotidiane e, entro pochi mesi, potrà tornare persino a praticare gli sport preferiti».
Quanto è lunga e impegnativa la riabilitazione post-operatoria?
«La riabilitazione, grazie alle nuove tecniche mini-invasive e al protocollo “fast-track”, è molto più semplice rispetto al passato. Oggi, infatti, è possibile gestire gran parte del percorso riabilitativo autonomamente a domicilio, senza dover affrontare ulteriori ricoveri presso strutture specializzate, come avveniva tempo fa. Naturalmente, l’obiettivo è sempre favorire un rapido ritorno alla normale vita quotidiana in sicurezza».

Palestra riabilitazione
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