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Habilita I Cedri: innovazione nella diagnosi delle patologie endometriali

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Esterni Habilita I Cedri
Esterni Habilita I Cedri

Le patologie dell’endometrio colpiscono globalmente la salute della donna, con conseguenti effetti psicofisici, spesso marcatamente debilitanti. Il Dr. Paolo Conserva, ginecologo di Habilita I Cedri, la casa di cura di Fara Novarese (NO), spiega che «il range in cui è più frequente la patologia endometriale in età fertile è tra i 35 e i 45 anni. È stato provato da molti studi nazionali e internazionali che almeno una volta nella propria vita ogni donna va a consulto ginecologico per problematiche relative a sanguinamenti anomali, cioè irregolarità mestruale. L’irregolarità mestruale è la patologia più frequente insieme alla vaginite o la vaginosi batterica, che colpisce ovviamente le donne in età fertile, ma può colpire anche le donne in post menopausa».

Dr. Paolo Conserva

Dr. Paolo Conserva

Anche le donne in menopausa possono soffrire di patologie dell’endometrio?

«Soprattutto in questo secondo grande gruppo bisogna essere solerti e celeri nella diagnosi strumentale. Una donna che arriva a consulto ginecologico perché è in menopausa qualche anno, indipendentemente dall’età, e racconta di avere perdite ematiche deve essere immediatamente valutata. Consiglio sempre di completare la visita specialistica con un’ecografia pelvica transvaginale».

Quali rischi si corrono se una paziente post menopausa non si sottopone a controlli specialistici?

«In presenza di sanguinamenti anomali c’è il rischio di trovare cellule atipiche e un ispessimento endometriale. Molto spesso ciò è dovuto alla presenza di una malattia tumorale, quindi la biopsia diventa mandatoria, assolutamente da eseguirsi nel minore tempo possibile e poi sulla base del referto e dell’esame istologico si stabilisce se questa paziente deve sottoporsi a isterectomia, ovvero l’asportazione dell’utero».

Se invece si tratta di una donna in età fertile?

«Per le donne in età fertile di solito le patologie più frequentemente rappresentate sono polipi o miomi intrauterini, endocavitali. In alcuni casi è possibile riscontrare una struttura uterina anomala: è necessario quindi effettuare una valutazione approfondita con l’ecografia».

L’ecografia che informazioni può fornire allo specialista?

«È opportuno tener presente che l’endometrio è una struttura anatomica, cioè la mucosa che riveste la cavità uterina, che può essere valutata solo grazie ad un’ecografia in prima battuta. L’ecografo è uno strumento di diagnosi che realizza le immagini grazie agli ultrasuoni. Sostanzialmente invia un fascio di ultrasuoni e riceve le onde che questi, di riflesso, trasmettono: una struttura molto compatta e molto rinfrangente permette di ricevere il fascio di ultrasuoni di ritorno. Una struttura che invece è liquida non riflette nulla e appare sullo schermo come nera. Ci troviamo quindi di fronte a una vescica ripiena di urina oppure una cisti ovarica a contenuto liquido. L’endometrio è una struttura solida e quindi si può capire se è più o meno compatto, se è più o meno regolare o irregolare. Nel momento in cui ci troviamo di fronte a un endometrio irregolare il ginecologo dovrebbe richiedere un’isteroscopia».

Vi doterete di isteroscopio?

«Sì, l’obiettivo è quello e vorremmo realizzarlo in tempi brevi in modo da proporre un servizio che consenta di effettuare esami con paziente sveglia, effettuare biopsie, asportare piccoli polipi o piccole porzioni di tessuto endometriale per un esame istologico».

 

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