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Patologie reumatiche: come individuarle e curarle efficacemente con l’aiuto del reumatologo

L’intervista al Dr. Giorgio Bordin, reumatologo, un approfondimento sulle patologie reumatiche più frequenti e l’importanza di un controllo specialistico al sopraggiungere dei primi segnali

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In un’ottica di progressivo potenziamento dei servizi a disposizione dell’utenza, in Habilita I Cedri, la casa di cura di Fara Novarese (NO) sono stati implementati diversi servizi in modo da rispondere in modo sempre più puntuale ed efficace alle crescenti richieste provenienti dal territorio. Il poliambulatorio si è arricchito con la presenza di un nuovo professionista, il Dr. Giorgio Bordin, reumatologo, con il quale abbiamo approfondito le patologie reumatiche più frequenti e l’importanza di un controllo specialistico al sopraggiungere dei primi segnali.

«Le malattie reumatiche sono tante – spiega il Dr. Bordin – tradizionalmente si dice che siano cento. Poiché le malattie sono molto numerose è importante fare una corretta valutazione iniziale per poter procedere poi correttamente nel percorso di cura».

Dr. Giorgio Bordin, reumatologo

Dr. Giorgio Bordin, reumatologo

Quali sono le principali categorie in cui si distinguono le patologie reumatiche?

«Dal punto di vista diagnostico è fondamentale eseguire una corretta valutazione distinguendo tra malattie non infiammatorie come l’artrosi o l’osteoporosi, che possono entrare anche nella sfera di competenza dell’ortopedico e del fisiatra, e le malattie infiammatorie, nelle quali è essenziale ricorrere a una terapia medica specifica che spenga l’infiammazione. Fra queste segnalo, come più diffuse, la polimialgia reumatica, l’artrite reumatoide, l’artrite collegata alla psoriasi e le artriti reattive, che sono quelle che avvengono a seguito di infezioni. Un discorso a parte meriterebbe la fibromialgia, che se qualche anno fa era sottodiagnosticata, oggi rischia l’eccesso opposto, e per questo necessita di un corretto inquadramento.».

Ingresso Habilita I Cedri

Ingresso Habilita I Cedri

C’è quindi il rischio che si possano presentare sintomi comuni che rendano non immediata l’identificazione della patologia reumatica?

«È proprio questo il primo compito del reumatologo: inquadrare correttamente la diagnosi. I sintomi di diverse patologie si possono assomigliare e creare confusione. In particolare, il sintomo comune in tutte le malattie reumatiche è il dolore, in certi casi anche invalidante, che coinvolge articolazioni, ossa, muscoli e tendini. Se il dolore, ad una prima analisi, sembra simile nelle diverse patologie, presenta invece caratteri distintivi, differenti tra una malattia e l’altra. Si tratta di caratteristiche che spesso possono essere identificate semplicemente con l’anamnesi, cioè con il racconto, al quale segue la visita specialistica supportata da esami, a volte molto semplici, come una VES e una PCR che indicano la presenza o meno di un’infiammazione. Negli ultimi anni, in particolare si è molto diffuso l’utilizzo dell’ecografia che evidenzia non solo i caratteri anatomici e strutturali di articolazioni, tendini e muscoli, ma è in grado anche di informarci sul grado di infiammazione. La visita, pochi esami del sangue ed un’ecografia in mano al reumatologo stesso – che può essere fatta nel corso stesso della visita – sono strumenti in grado di individuare e riconoscere (o escludere) una patologia infiammatoria e dare l’avvio alle cure più opportune. Per alcune di esse la terapia spetta al reumatologo, in altre situazioni il paziente può essere indirizzato al fisiatra o all’ortopedico, e spesso tutte e tre le figure possono lavorare assieme in modo integrato per ottenere i risultati più efficaci».

Accettazione presso Habilita I Cedri

Accettazione presso Habilita I Cedri

Il percorso di cura delle patologie reumatiche oggi è efficace?

«Oggi le malattie infiammatorie sono curabili: abbiamo tantissimi farmaci che permettono di mandare in remissione la maggior parte delle forme infiammatorie, anche quelle molto impegnative. È necessario però fare una distinzione tra patologie destinate a spegnersi e dalle quali, quindi, è possibile guarire, e patologie che, invece, richiedono una cura costante, anche per tutta la vita. Però oggi le cure sono efficaci e ce ne sono molte. L’importante è partire con la diagnosi giusta e la collocazione nel percorso più adeguato».

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