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Quale percentuale dello stipendio destinare a risparmi e investimenti? 

La differenza tra risparmi e investimenti e alcune indicazioni utili per capire quale quota percentuale destinare

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Quale percentuale dello stipendio destinare a risparmi e investimenti? 

Molte persone si chiedono quale sia una quota corretta del proprio stipendio da destinare a risparmi e investimenti. Ovviamente non si può fornire tout court una cifra specifica (100, 500, 1.000 euro ecc.) perché ogni situazione è un caso a sé e le variabili in gioco sono moltissime. Un esempio banale: a parità di stipendio è diversa la situazione di chi ha un figlio a carico e deve pagare un affitto mensile da quella di chi vive solo in una casa di proprietà.

Premesso ciò, è indubbio che un fattore importante sia la retribuzione mensile; più essa è elevata e maggiore può essere la quota assoluta da destinare al risparmio e all’investimento.

Nel nostro Paese c’è una grande differenza relativamente agli stipendi; si passa per esempio da elevate retribuzioni manageriali o di determinate professioni a quelle più basse di molti lavoratori dipendenti.

Per avere un’idea, per curiosità o anche nell’ottica di scegliere un determinato percorso professionale, si può approfondire questo argomento su https://blog.moneyfarm.com/it/finanza-personale/lavori-piu-pagati/ dove per esempio si scopre che il lavoro mediamente più remunerativo in Italia è quello del notaio.

Detto ciò, non potendo dare indicazioni in assoluto, si possono però fornire indicazioni di tipo percentuale su risparmi e investimenti chiarendo prima le differenze fra questi due concetti.

Risparmi e investimenti non sono la stessa cosa

Risparmi e investimenti non sono la stessa cosa, anche se talvolta si tende a confonderli.

Di norma il risparmio è quella parte del reddito che man mano viene messa da parte per fronteggiare eventuali imprevisti (un guasto alla macchina, una cura dentistica ecc.); si tratta insomma di una sorta di “fondo di emergenza” al quale si deve poter attingere immediatamente. Può essere anche destinato a obiettivi di breve termine come per esempio le prossime vacanze estive o invernali. Uno strumento per il risparmio potrebbe essere per esempio un conto deposito non vincolato sul quale depositare somme prelevabili in qualsiasi momento.

L’investimento ha obiettivi diversi; in linea di massima quello principale è quello di far crescere un determinato capitale grazie agli interessi ottenendo una remunerazione più elevata rispetto a quella garantita per esempio da un conto corrente che è uno strumento finanziario di servizio e non di investimento.

Un investimento ha spesso anche una prospettiva di lungo termine; molti infatti investono un determinato capitale che potrà essere utilizzato in futuro, per esempio quando si andrà in pensione.

Altri poi effettuano investimenti per ottenere un reddito passivo regolare per garantirsi una fonte supplementare di entrate (si pensi per esempio a chi affitta un immobile).

Quale quota percentuale destinare a risparmi e investimenti?

Non esiste una formula standard valida in assoluto, ma esistono strategie che forniscono indicazioni in proposito. Una molto popolare è quella che suggerisce di destinare a risparmi e investimenti almeno il 20% delle proprie entrate mensili nette (stipendio, pensione e altre fonti di remunerazioni aggiuntive).

L’altro 80% deve essere gestito tra spese necessarie e spese voluttuarie; alle prime si dovrebbe destinare circa il 50%, mentre alle seconde il 30%; ovviamente se per le spese necessarie (alimentari, bollette, eventuali rate di finanziamento, carburante ecc.) è necessaria una percentuale maggiore, si dovrebbero limare le spese voluttuarie.

Rimane però importante non scendere sotto la soglia del 20% per quanto riguarda il risparmio e l’investimento le cui sotto-quote possono essere gestite a seconda delle preferenze personali.

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