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Cronaca

Pescavano con la corrente elettrica: arrestate otto persone

Sgominata una banda di bracconieri ittici che aveva sede nel Novarese.

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Pescavano con la corrente elettrica: arrestate otto persone. Sgominata una banda di bracconieri ittici che aveva sede nel Novarese.

Pescavano con la corrente elettrica: arrestate otto persone

Otto persone arrestate a seguito dell’operazione “Controcorrente”, portata avanti dal nucleo Cites dei carabinieri forestali di Torino. L’indagine ha portato anche al sequestro di beni e conti correnti per un valore superiore ai 200mila euro. Cosìè stata smantellata una banda dedita alla pesca illegale, con sede nel Novarese.

I membri della banda, composta da sette cittadini rumeni e un italiano, tutti residenti nel novarese, si dedicavano principalmente al bracconaggio ittico nella provincia di Novara, nelle acque del fiume Ticino. Tuttavia, sono stati documentati anche casi di pesca illecita in Lombardia, comprese le aree protette, Emilia Romagna e Veneto.

Pescavano di notte stordendo i pesci

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri forestali, la banda operava di notte utilizzando elettrostorditori creati con batterie di automobili per uccidere i pesci e farli emergere in superficie. Le specie maggiormente prese di mira erano le carpe e i pesci siluro.

Una volta recuperati, i pesci venivano trasportati in una cascina situata a Borgo Ticino, dove venivano immagazzinati per essere poi rivenduti in Romania e in alcuni mercati nazionali attraverso documentazione falsa, che attestava una provenienza legale. Tuttavia, i controlli sanitari sul pesce non venivano effettuati e le condizioni igieniche erano pessime.

Due quintali per ogni uscita

Le battute di pesca consentivano agli indagati di raccogliere circa 200 chili di pesce ad ogni occasione, rendendo l’attività particolarmente redditizia. Attraverso l’analisi dei conti bancari degli arrestati e dei documenti sequestrati, i carabinieri hanno inoltre scoperto che i proventi provenienti dal bracconaggio venivano reinvestiti in attività edilizie, riconducibili ai membri della banda.

Numerosi episodi

L’operazione “Controcorrente” è il risultato di una lunga attività investigativa, che negli scorsi mesi ha documentato numerosi casi di bracconaggio ittico commessi dalla banda. Ciò ha portato a diverse perquisizioni e ha costretto gli indagati a spostarsi in altre regioni e province per le loro attività illecite di pesca.

Tutti i membri della banda sono stati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati connessi al bracconaggio ittico nelle acque interne. Oltre al reato di bracconaggio, sono stati contestati anche l’uccisione di animali, la frode nell’esercizio del commercio, la frode alimentare, il commercio di sostanze alimentari nocive, la distruzione di habitat in aree protette e, per due degli indagati, l’autoriciclaggio.

Su Prima Novara leggi “Pescavano con la corrente elettrica: 8 misure cautelari”

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