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Romagnano piange nonna Adriana, morta a 102 anni
Da tempo la donna era ospitata nella casa di riposo “Trinchieri”.

Romagnano piange nonna Adriana, morta a 102 anni. Da tempo la donna era ospitata nella casa di riposo “Trinchieri”.
Romagnano piange nonna Adriana, morta a 102 anni
La Valsesia ha detto addio a una delle sue donne più anziane. Si sono celebrati la scorsa settimana a Romagnano i funerali di Adriana Mostini, che a dicembre era stata festeggiata per aver raggiunto i 102 anni di età. Nonna Adriana da qualche anno risiedeva alla casa di riposo della Fondazione Ottavio Trinchieri. Durante le festività natalizie aveva ricevuto per la terza volta la visita dei rappresentanti dell’amministrazione comunale, che solitamente portano un omaggio ai cittadini che raggiungono il secolo di vita.
Anche quest’anno la nonnina romagnanese era stata felice di accogliere gli amministratori. Solo nelle ultime settimane le sue condizioni di salute erano peggiorate, rendendo necessario il suo ricovero all’ospedale, dove purtroppo per la centenaria non c’è stato più nulla da fare.
Una romagnanese doc
Adriana Mostini era nata il 20 dicembre 1922, trascorrendo l’intera sua esistenza a Romagnano. Da giovanissima aveva vissuto con i genitori Antonio e Angelina nella frazione Mauletta, insieme al fratello Pietro al quale, non essendosi sposato, aveva badato lei stessa soprattutto negli ultimi anni, quando si era ammalato.
Dopo il matrimonio con Carlo Godio, pur cambiando abitazione era sempre rimasta in paese. Dalle nozze era nato il figlio Alberto, che le aveva dato i nipoti Andrea e Sabrina; da quest’ultima, aveva avuto le pronipoti Gaia e Noemi. Dopo aver lavorato come mondina nel periodo della seconda guerra mondiale come molte donne della zona, era stata assunta come tessitrice all’azienda Crespi di Ghemme.
La passione per il cucito e il lavoro a maglia
Da questo lavoro aveva tratto una grande passione per il cucito e il lavoro a maglia, a cui aveva continuato a dedicarsi anche dopo la pensione. Anche negli ultimi anni amava tenersi informata leggendo giornali e riviste e teneva sempre al polso un orologio, per non perdere il senso del tempo.
Anche dopo il trasferimento alla residenza per anziani era sempre rimasta in contatto con la propria famiglia e i nipoti andavano a trovarla volentieri perché trovavano in lei sempre sorrisi e parole di conforto. Tra le persone che la ricordano e la piangono oggi vi sono anche le rappresentanti della Confraternita dell’Addolorata, della quale essa stessa, essendo molto devota, aveva fatto parte.
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