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Gattinara, una piastrella per ricordare Dino Macchi, l’uomo della Mokapak
Se il colosso del caffè è ora in città, lo si deve anche all’ex dirigente
Sul “Marciapé d’y amís ad Gatinèra“, la “Walk of fame” gattinarese con cui la cittadina ricorda, con delle mattonelle colorate, le persone e le associazioni che hanno dato lustro alla comunità c’è anche Dino Macchi. L’uomo, che ora ha una settantina di anni, vive in Lombardia, sua regione di appartenenza.
A ricordare con riconoscenza il fondatore e amministratore dell’allora “Mokapak”, oggi diventata Lavazza, è il gattinarese Stefano Cogotti. È stato proprio lui, insieme a un collega, a lanciare l’idea di una piastrella dedicata all’imprenditore: a loro si sono unite altre 22 persone che avevano lavorato sotto l’egida di Mokapak.
L’azienda nacque nel 1989, raccogliendo l’eredità della già presente UnoPer. La grande intuizione dei fondatori riguardò i cosiddetti “filtri a perdere”, che per la prima volta venivano applicati al settore della distribuzione automatica: sono le basi delle moderne cialde che oggi moltissime famiglie utilizzano anche in casa. Il nome di Macchi rimane a tutt’oggi collegato a questo tipo di innovazione. L’azienda registrò negli anni un’importante crescita del fatturato e fu in grado di dare lavoro a un gran numero di lavoratori, fino a trasformarsi, agli inizi del nuovo millennio, nell’odierna Lavazza, che ancora oggi impiega nel solo stabilimento diGattinara centinaia di dipendenti.
Cogotti entrò a fare parte del team dell’allora Mokapak nel 1993: qui conobbe l’amministratore delegato, originario del Milanese. «Dino Macchi merita davvero un ringraziamento – osserva – dobbiamo dire grazie anche a lui se oggi abbiamo questa importante fabbrica. Oltre ad averci dato il lavoro, è una persona davvero umana, che si è fatta volere bene da tutti. Ci conosceva uno per uno, sapeva la situazione di ognuno di noi ed era sempre disponibile ad aiutarci. Ha lasciato davvero un bel segno».
Il dirigente si è mostrato molto contento per il tributo: Macchi, infatti, è ancora molto legato alla cittadina e ai lavoratori che conobbe a Gattinara, nonostante da circa quindici anni non lavori più allo stabilimento. Cogotti, invece, lavora ancora oggi nello stabilimento diventato Lavazza: anche per il suo legame con l’azienda, ritiene importante ricordare le origini di tutto. «Ci tenevamo a ricordare Dino Macchi – spiega – e a ringraziarlo davvero con il cuore per tutto quello che ha fatto. Abbiamo partecipato in 24, ma sicuramente sono molti di più quelli che lo ricordano. Alcuni, però, nel frattempo sono andati in pensione ed era difficile contattarli. Ha fatto molto per tantissima gente, anche se magari qualcuno non lo ricorda».
Una piastrella, dunque, ricorda un’importante pezzo della storia gattinarese, che ha contribuito a “profumare di caffè” la cittadina e a legare il suo nome alla produzione delle ormai diffuse cialde. Oggi, lo stabilimento di Gattinara è il più grande legato al nome di Lavazza ed è stato insignito di prestigiosi riconoscimenti in ambito industriale, fra cui il recente “Kaizen Award” per l’applicazione di metodologie di miglioramento continuo.
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