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Partì da Portula Omar Ronda, l’artista che inventò la Cracking Art

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E’ mancato all’età di 70 anni

Portula ricorda Omar Ronda. E’ proprio nel piccolo Comune biellese che l’artista ha mosso i primi passi. L’uomo ne è andato a 70 anni, da settimane era ricoverato all’ospedale “Degli Infermi” di Biella, e da anni conduceva una propria personalissima battaglia contro il tumore che lo aveva aggredito allo stomaco, senza lasciare che la malattia minasse in alcun modo la verve e lo spirito battagliero che da sempre lo contraddistinguevano.

A Portula se lo ricordano ancora da giovane. «Abitava a Scaglia – ricorda l’ex sindaco Vanni Schirato -. Siamo stati ragazzi insieme, si vedeva che era un grande, che aveva la stoffa: sveglio e intelligente». All’età di vent’anni, inizia a organizzare grandi mostre insieme a Gian Enzo Sperone e Lucio Amelio. Da di Michelangelo Pistoletto a Pier paolo Calzolari, passando per artisti di calibro internazionale. E a Portula aveva anche portato vari nomi di rilievo: «Erano gli anni Novanta – ricorda ancora Schirato – quando Omar, aiutato da vari artisti, aveva realizzato una serie di formelle nella chiesa. Si trovavano la domenica per creare le loro opere nel tempo libero. E’ una persona che ha fatto davvero tanto per il territorio. Anche se ormai viveva a Biella, a Portula ha lasciato un segno tangibile».

Negli anni Settanta volta a New York, dove trascorre dodici mesi ed entra in contatto con celebri galleristi che lo condussero anche ad Andy Warhol, alla pop art e ai minimalisti. L’estro e l’irrequietezza dell’artista si manifestano anche in scelte “estreme”, come le installazioni realizzate a inizio anni Novanta in cima al Monte Bianco. Oppure, passando dalle vette al mare, quelle che hanno come scenario le grotte di Is Zuddas e gli impianti della Saras, in Sardegna.

Una svolta nel suo percorso artistico arriva nel 1993 quando insieme ad altri artisti dà vita alla Cracking Art, movimento del quale è fondatore. Insieme a lui ci sono Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi e Carlo Rizzetti. Ma Omar Ronda è stato vicino anche al Fondo Edo Tempia con il quale ha organizzato una serie di eventi legati all’arte per sostenere le attività di prevenzione, cura e ricerca. E proprio dal Fondo Tempia scrivono: «Aveva detto che “la cosa più bella è quando riesci ad essere utile a qualcuno”: e Omar Ronda lo ha fatto non solo mettendo a disposizione la sua esperienza di gallerista, scopritore di talenti e artista d’avanguardia ma trovando il modo, lui conosciuto a livello internazionale, di farlo a favore della città e del territorio che gli ha dato i natali».

Il funerale dell’artista è stato celebrato sabato in forma strettamente privata.

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