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Rinasce la biblioteca di Riva Valdobbia grazie a una maxi-donazione
E intanto si pensa anche a creare un circolo culturale per organizzare incontri e rendere lo spazio culturale vivo
A Riva Valdobbia rinasce la biblioteca. La struttura presentata dalla Società di mutuo soccorso e beneficenza e intitolata a Paolo Rovesti può contare su un cospicuo patrimonio bibliografico costituito da oltre quattrocento volumi incentrati sulla montagna, l’arte e la cultura alpina e valsesiana in particolare.
Nei giorni scorsi Maurizio Andoli, presidente della Società operaia di mutuo soccorso e beneficenza, ha accolto il numeroso pubblico e ringraziato coloro che si sono prodigati perché la biblioteca diventasse una realtà, in particolare i due ultimi sindaci di Riva, Massimo Gabbio e Alberto Giacomino, che hanno contribuito al restauro dell’intero edificio, e soprattutto Aldo Lanfranchini, che ha casa a Riva Valdobbia ed esperienze nel riordino di biblioteche, avendo inventariato e catalogato la biblioteca sezionale alpina. Aldo, con l’aiuto della moglie Fulvia e del nipote Lorenzo, si era preso l’incarico non lieve di inventariare e catalogare tutto il materiale bibliografico donato, con la collaborazione di Nelly Micheletti. Aldo Lanfranchini ha sintetizzato il suo importante lavoro in una frase: «L’ho fatto per passione: il libro parrebbe essere in crisi, sostituito da altre fonti di informazione, in realtà penso che sia e rimanga un valore e uno strumento di arricchimento interiore, un amico che ti fa compagnia anche con la sua fisicità, che fa in modo che ogni giorno tu capisca qualcosa in più».
Riccardo Minoli ha presentato Paolo Rovesti, singolare figura di imprenditore nel campo dell’industria cosmetica, che dedicava tempo e cure alle ricerche per migliorare il prodotto.
L’atteso arrivo delle sorelle Rovesti, Flora e Vera, accompagnate dalla nipote Gloria, ha portato una preziosa testimonianza diretta su Paolo Rovesti: «Nostro padre era innamorato della Valsesia fin da ragazzino: da Roma, dove il nonno lavorava al Cnr, veniva d’estate a Piode, dove aveva un cugino della sua età. Trasmise anche a nostra madre l’amore per la montagna e per le passeggiate sui ghiacciai e naturalmente coinvolse noi figli: il Monte Rosa davvero racconta la mia storia e quella della mia famiglia, questa è la valle che ci ha visti crescere». E Piera Mazzone, direttrice della biblioteca Farinone Centa di Varallo, anticipa: «Aldo Lanfranchini sta già pensando a creare un piccolo circolo culturale per ospitare presentazioni di libri, incontri con l’autore e conferenze legate alla montagna e alla Valsesia, riprendendo l’intento dei padri fondatori che, oltre un secolo fa, avevano già capito che la cultura era importante». .
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