Sessera, Trivero, Mosso
Rissa in campo a Crevacuore con insulti e aggressioni. VIDEO
«Frase razzista? Un nostro giocatore stava difendendo il padre aggredito».

Rissa in campo a Crevacuore con insulti e aggressioni. «Frase razzista? Un nostro giocatore stava difendendo il padre aggredito».
Rissa in campo a Crevacuore con insulti e aggressioni
La rissa è avvenuta sabato scorso al campo di Crevacuore durante il match di Terza categoria tra Valsessera e Virtus Crusinallo, quando c’è scappata pure una frase razzista all’indirizzo del portiere ospite. Poi è arrivata anche la stangata del giudice sportivo, che ha sanzionato i padroni di casa, ma soprattutto gli ospiti. Scene che in un campo di calcio non si vorrebbero mai vedere, come testimonia il video realizzato da un nostro lettore.
«Non siamo razzisti – chiarisce subito il Valsessera -. Il nostro giocatore ha detto quella parola, ma dopo aver visto che il portiere avversario stava picchiando suo padre, dirigente della società. La rissa non è scaturita per la frase razzista, come dimostrano i filmati».
I provvedimenti del giudice
Alla Virtus Crusinallo è arrivata la multa da 150 euro «per comportamento gravemente minaccioso ed offensivo da parte dei propri sostenitori nei confronti dei giocatori della squadra avversaria, giungendo alcuni dei sostenitori a tentare di invadere il campo scalcando la recinzione, non riuscendovi grazie all’intervento dei dirigenti di entrambe le società, inoltre per responsabilità oggettiva per il comportamento dei propri tesserati durante il secondo tempo e a fine gara».
Insomma la rissa sarebbe stata fomentata dalla Virtus Crusinallo, il portiere ha avuto una squalifica di otto giornate: «A fine gara partecipava attivamente alla rissa colpendo un giocatore della squadra avversaria che si trovava a terra con pugni e calci al volto». Sei gare di squalifica anche per un altro giocatore della squadra Crusinallo: «A fine gara ha preso parte attiva all’interno della rissa sferrando pugni e spintoni ai danni dei calciatori della squadra avversaria»,
Punito con dodici giornate di squalifica invece il giocatore del Valsessera che a fine gara aveva rivolto «al portiere della squadra avversaria un grave insulto a sfondo razziale da cui è scaturita la rissa». Qui sotto, un altro video sempre realizzato dal nostro lettore, che ringraziamo.
La posizione del Valsessera
«La società, nella figura del suo presidente, dopo aver letto il comunicato del giudice sportivo, vuole fare chiarezza sui fatti accaduti durante la partita Valsessera-Virtus Crusinallo – spiega in una nota il presidente Paolo Ruggeri -. Teniamo a precisare che la rissa non è avvenuta per una frase razzista, ma per un pugno rivolto a uno dei miei giocatori da parte del portiere avversario. Successivamente, un altro mio atleta, come evidenziato dai filmati girati e consegnati alle autorità competenti, è stato picchiato da tre giocatori a terra. In seguito, l’allenatore, il presidente, i dirigenti e l’allenatore in seconda sono stati coinvolti».
«Quest’ultimo ha subito, prima di entrare nello spogliatoio, un ulteriore pugno sempre da parte del portiere avversario, mentre il guardalinee è stato aggredito dallo stesso giocatore». Il Valsessera ha cercato di fermare la baraonda che stava avvenendo in campo, spiega il presidente: «Abbiamo cercato di placare gli animi ma, visti i precedenti successi nel girone di andata da parte dei sostenitori della squadra avversaria, abbiamo ritenuto giusto chiamare le autorità». Infatti poi sul campo sono intervenuti i carabinieri.
“Abbiamo anche rispettato il ramadan, altro che razzisti”
Ed ecco spiegata anche la frase razzista: «Il nostro giocatore, difendendo il proprio padre, si è rivolto ingiustamente al portiere avversario con una frase di troppo, cosa che ci rammarica, e per questo accettiamo il verdetto del giudice secondo il protocollo federale. Riteniamo ingiusto essere considerati una squadra che non siamo».
«Infatti, con i messaggi scambiati dalla squadra avversaria prima della partita, in accordo con l’arbitro, avevamo autorizzato la sospensione della gara nel secondo tempo, al calar del sole, per permettere ai loro giocatori (di religione musulmana, ndr) di mangiare e bere qualcosa in più. La nostra società ha al suo interno un 30 per cento di atleti di nazionalità diversa e da anni lavoriamo per l’inclusione e l’aggregazione. Ci auguriamo che fatti simili non accadano più e che la nostra dichiarazione possa spiegare ciò che è successo».
Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook
