Sport
Dufour Varallo ingaggia il bomber che arrivò dalla Libia su un barcone
Dufour Varallo ingaggia Jeffery Imoh: nativo della Nigeria, ha affrontato un lungo e pericoloso “viaggio della speranza”. Ora si sta distinguendo per le sue capacità.
Dufour Varallo ingaggia Imoh
Nella sua patria sognava una laurea in ingegneria, ma il destino ha deciso diversamente. Dopo avere rischiato la morte in un pericoloso viaggio, si è fatto notare per la sua abilità con il pallone. E’ una bella storia di sport quella di Jeffery Imoh, il nuovo attaccante che è stato ingaggiato dalla Dufour Varallo. Alle spalle una storia difficile, drammatica. La fuga dall’Africa e l’arrivo in Italia con i barconi della speranza. Poi il centro di accoglienza e finalmente l’incontro con il calcio.
Sta nascendo una Dufour Varallo con tanta qualità per il prossimo campionato di Eccellenza. La formazione di mister Stefano Cesano dopo un pre ritiro in cui è stato possibile valutare diversi giocatori, da lunedì fa sul serio. E arrivano le novità. Dopo l’innesto di una pedina importante come Axel Gulin, ex giovanili della Fiorentina ma anche vincitore del campionato di serie D con il Gozzano tre anni fa, la società ha annunciato l’ingaggio di Jeffery Imoh. Classe 2000. Drammatica la storia del nigeriano, arrivato in Sicilia con un gommone nel novembre 2015 dopo aver attraversato Niger e Libia ed aver visto morire di sete un amico durante la traversata.
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L’arrivo in Italia
Dopo aver fatto il muratore in Libia, è arrivato in Italia ed è stato trasferito al centro di accoglienza di Bari. Qui ha conseguito il diploma di terza media e giocava a calcio, quando fu notato da un dirigente dell’Alberobello, trasferendosi così nella patria dei trulli, dove è stato accolto da una famiglia locale. Ha così debuttato in Promozione, realizzando nove reti in undici partite.
In estate, poi, un amico del presidente del Pietrasanta Carlo Ciaponi glielo ha segnalato, e da qui il provino e l’ingaggio da parte del club versiliese.
Il viaggio
La sua storia era stata raccontata anche da “La Repubblica”. «Eravamo in 200 sul gommone e io avevo paura del buio e dell’acqua. Ci intercettò una grande nave: fu la salvezza. Ma già prima avevo rischiato di morire», aveva detto Imoh durante l’intervista. Nato a Ugono, nel Delta State, e cresciuto con i genitori e tre fratelli fino all’età di 15 anni. «Volevo studiare e diventare ingegnere. Poi ho perso mio padre e ho lasciato la scuola. Sono andato prima a Oghara e dopo una serie di disavventure a Kano, dove ci hanno consigliato di andare in Libia», aveva sempre raccontato nell’articolo su “La Repubblica”. Dopo la Puglia, la Toscana, l’altra patria di Imoh è il Piemonte dove ha trovato una nuova squadra e una società che ha voglia di crescere e volare con lui.
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